MARCHE - Un confronto per creare una scuola migliore. Ascoltando le idee di insegnanti, studenti, genitori ed esperti. Lo promuove Dipende da noi Marche, il movimento nato a sostegno del professor Mancini, per provare a migliorare il sistema scolastico regionale. «Ormai da lungo tempo – spiega il movimento –, la situazione della scuola italiana risulta precaria, colpita dall’incuria e da una mentalità governativa che vede educazione, conoscenza e ricerca come un costo da tagliare». La pandemia, il ragionamento, ha peggiorato le cose. Punta il dito contro la didattica a distanza, Dipende da noi, che preferisce parlare di “didattica di emergenza”, «trattandosi di uno strumento privo della relazione educativa e che non può sostituire davvero la normale attività scolastica».
Sistema, per il movimento, da adottare «solo se l’andamento della pandemia ci costringe», fermo restando che «un’altra organizzazione dei trasporti scolastici e degli orari delle scuole avrebbe permesso di garantire più scuola in presenza, quindi, più vera». Il prolungarsi delle lezioni da casa, per il movimento, «sarebbe l’ultimo colpo pesantissimo inferto alla scuola, la cui vita deve invece essere complessivamente riorganizzata».
Tale necessità va adottata solo se l’andamento della pandemia ci costringe, per evitare danni alla salute, e affermando chiaramente che tutta un’altra organizzazione dei trasporti scolastici (e degli orari delle scuole) avrebbe permesso di garantire più scuola in presenza, dunque più scuola vera. Di contro, ove in modo acritico e disinvolto si auspica o si attua il ricorso alla didattica di emergenza è evidente che non sono ancora ben chiari i danni prodotti dalla sospensione della relazione educativa in tutte le fasce d’età, per non dire del disagio delle famiglie.
Sarebbe davvero l’ultimo colpo pesantissimo inferto alla scuola quello di vivere il frangente attuale per instaurare la normalità del ricorso alla “didattica a distanza”: piuttosto, è ormai chiaro che si deve riorganizzare complessivamente la vita della scuola” (foto pre emergenza Covid).
f.pas.