MILANO – Come sta il calzaturiero marchigiano Nelle Marche? una risposta viene dalle dichiarazioni degli imprenditori tra gli stand del Micam, ma le certezze le danno i numeri di Assocalzaturifici.
I NUMERI
“In sei mesi – spiega l’associazione guidata da Giovanna Ceolini – abbiamo perso 41 aziende tra calzaturifici e accessoristi. Chiusure che hanno generato la perdita di 218 posti di lavoro”. E questo nonostante un export che crescere del 13,2% in valore sul primo semestre 2022 che diventa +9,6% sul 2019.
Colpisce una voce guardando alle prime cinque destinazioni dell’export calzaturiero marchigiano, che da sole valgono il 48% dell’export, ed è la Russia: Germania (+1%), Francia (+22,4%), USA (-8,6%), Cina (-6,2%) e Russia (+47,8%). Nel voce russa rientra anche l’Ucraina. La conferma è arrivata dal Micam dove i buyer non sono mancati, come gli ordini, migliaia le paia messe nero su bianco in tanti stand.
A livello di export le Marche sono la quarta regione italiana, vale il 10,6% del fatturato italiano. A ridurre la crescita è il secondo trimestre, si è passati dal +20 a +5%. “Il rallentamento ampiamente previsto si è infine palesato nel secondo trimestre.
Luci e ombre quindi, che vanno affrontate senza paura e sapendo che il futuro oltre alla capacità manifatturiera deve prevedere la tecnologia, deve guardare al digital fashion. Di questo ha parlato la Regione Marche insieme con Assocalzaturifici nello stand posizionato al centro del padiglione 1.
BISOGNO TECNOLOGICO
"Viviamo momenti di grande trasformazione che richiedono forti strategie complessive per conferire, alla nostra manifattura, nuove competenza che consentano di accrescere l'innovazione tecnologica e la digitalizzazione di processi produttivi. Strumenti - ha sottolineato il presidente Francesco Acquaroli - imprescindibili per aggredire nuovi mercati”. Un ruolo lo gioca la Svem, la società guidata da Andrea Santori. Lo ha ribadito Acquaroli: “E’ un supporto al territorio, ai distretti e alle imprese, con una progettazione che parta anche dal basso. L'obiettivo è far uscire la nostra regione dalla fase in transizione per agganciarla ai nuovi modelli di sviluppo”.
Al tavolo, la presidente di Assocalzaturifici, Giovanna Ceolini, e l’assessore regionale Andrea Maria Antonini. “Il digital è necessità, ma servono risorse, perché la maggior parte degli imprenditori sono piccoli, hanno meno di 16 dipendenti. In una fase come questa in cui gli interessi sono altissimi, le imprese già faticano a trovare personale, investire non è facile. Abbiamo pensato a una piattaforma di filiera, l’abbiamo sperimentata. Quelo che bisogna comprendere è che digital no è solo questione di macchinari, c’è la gestione delle aziende che deve cambiare”.
Cambiare i processi complicato, ancora di più farlo inseguendo quel mondo della sostenibilità che il mercato richiede. “noi abbiamo lanciato il Vcs, il primo marchio che certifica davvero il prodotto e che va a toccare molti aspetti interni di un’azienda, dalla gestione dei dipendenti al ruolo sul territorio” prosegue la presidente.
L’assessore ascolta, è pronto a rilanciare, forte delle tante misure che la Regione Marche, insieme con la camera di commercio e la sua azienda speciale Linea, è in grado di mettere in campo”. Azioni pensate e realizzate dopo un confronto con le associazioni di categoria” precisa Antonini. E la presenza di direttori di Cna, Confindustria e Confartigianato all’incontro lo dimostra. Oltre a tanti imprenditori che volevano capire la direzione presa.
LE RISORSE
“Attraverso le risorse europee e i fondi del Pnrr, puntiamo ad ammodernare il modello Marche: un tessuto imprenditoriale costituito da tante piccole e medie imprese ad alto contenuto di abilità tecnica e manualità, da preservare ma sempre guardando alle nuove sfide di un mercato internazionale stretto e competitivo, in cui solo la qualità e la solidità di un'azienda possono fare la differenza".
Innovazione sono software gestionali, controllo della filiera, ma anche la mentalità degli imprenditori deve cambiare “ma su questo no siamo veloci” sottolinea la Ceolini. Nelle Marche la velocità lo danno le scadenze dei bandi, con 80 milioni di euro a disposizione per “ricerca industriale, innovazione e diversificazione del prodotto, sapendo che per il fashion è una necessità per raggiungere la Twin Transition, che è tecnologica e ambientale”.
A dare forza all’azione regionale a Miano son arrivati anche i consiglieri Mirco Bilò, Marco Marinangeli e Andrea Putzu. Tutti componenti della seconda commissione, ovvero dove si decidono e strategie che poi la Giunta rende atti. “La presenza è fondamentale. Siamo qui perché ascoltiamo le esigenze per trovare poi soluzioni politiche” chiariscono.
ESPERIENZE
A chiudere l’incontro due esperienze imprenditoriali, quella di Dis, oggi Future fashion, che prima di altri ha investito nel 3d e oggi si muove anche nell’ambito della realtà aumentata, e la tradizione che vuole innovare di Alberto Fasciani che sta lavorando su un‘applicazione che permetta una corretta misurazione della scarpa anche a distanza, “anche per abbattere quell’enorme percentuale di resi che l’e-commerce ha a livello di calzature”.
Aiuti tecnologici arriveranno dal digital Innovation Hub delle Marche, che gratuita, ente è al servizio delle imprese che vogliono intraprendere un percorso di additive manufacturing, a anche da consulenti ICT come Fabio Cristofanelli che ha ricordato agli imprenditori che son seduti su una montagna d’oro, i dati in loro possesso che possono guidare strategie loro e dei clienti. “Il nostro obiettivo è far uscire la nostra regione dalla fase in transizione per agganciarla ai nuovi modelli di sviluppo conclude Antonini.
