di Gianmaria Vacirca (giornalista e ideatore del blog basket kitchen)
Era difficile fare meglio, almeno qui nelle Marche, dopo la messe dello scorso anno. La Guida 2023 del Gambero Rosso non propone novità clamorose nell’ampio ventaglio di segnalazioni tra forchette, gamberi e ristoranti etnici che danno corpo alla solita ricchissima guida.
Non c’è stato un grande movimento nei ristoranti e nelle trattorie: una decina di esclusioni, qualche new entry, qualche forchetta in più e inevitabilmente qualche forchetta in meno per un panorama che rimane molto vivace, con Uliassi, Madonnina del Pescatore e Andreina con le tre forchette, Vino e Cibo e Ophis con i tre gamberi, a guidare una pattuglia folta e variegata.
Come sempre è l’hype di Senigallia a farla da padrone, tenuto anche conto che a Cedroni è andato il premio speciale per il miglior menu degustazione dell’anno e che vanno in guida altre realtà che contribuiscono a fare della città dalla spiaggia di velluto un vero e proprio luna park enogastronomico dell’Italia centrale, su tutte Sepia by Niko che è salito a due forchette grazie alla sua personalissima e riuscita fusion siculo marchigiana.
Ma dal Fermano, e non solo da quel melting pot sangiorgese sempre più effervescente, arrivano delle belle sensazioni.
Almeno per il Gambero Rosso, tra i nuovi stellati la sfida l’ha vinta ancora di due lunghezze Nikita Sergeev con il suo Arcade: è tra i premiati per il rapporto qualità prezzo, conferma le due forchette a quota 86 con Retroscena a 84, entrambi in miglioramento rispetto alla scorsa edizione (rispettivamente 85 e 83).
I due progetti portanti della ristorazione cittadina vedono premiato anche il loro lavoro con Banco 12 e Opera Ramen Bar (c’è anche la conferma per il regno dei carnivori alla Trattoria Marmetta) ma la vera novità sangiorgese arriva dalla forchetta che si è presa, con merito, Stella Adriatica (75). Un riconoscimento per un locale molto elegante ma che non si formalizza, con una proposta pesce di altissimo livello (il plateau dei crudi è semplicemente clamoroso), carta dei vini esuberante e completa, un servizio sempre all’altezza della situazione.
Arcade e Retroscena, che ripartiranno senz’altro dalla stella Michelin (ne sapremo di più tra pochi giorni), hanno visto crescere i loro standard anche di eleganza nei piatti e il rispettivo percepito pur con origini, proposta e anche business plan completamente diverso.
In particolare a Retroscena è in corso un nuovo work in progress per rendere l’ambiente ancora più confortevole (a mio avviso il locale ha sofferto in questi anni dal punto di vista dell’acustica) e bolle in pentola un nuovo progetto pizzeria aperta tutto l’anno, giusto per allargare ulteriormente la proposta e guardare al futuro con attenzione ai nuovi trends, cosa che da quelle parti proprio non manca.
A proposito di futuro e di contaminazioni, tra i premiati nella categoria “Tradizione futura” c’è Andrea Bertini con il Casa Bertini che al circolo del tennis di Recanati mixa con successo Marche e Piemonte meritandosi anche le due forchette del Gambero (80). Credo sia il Tennis Club in cui si mangia meglio in Italia. La sua è una cucina di grande tecnica ma anche di grande gola, provare per credere con i ravioli del plin in potacchio e la guancia alla lacrima di Morro d’Alba.
Se poi volete andare in giro per due forchette… partiamo.
Il Clandestino di Moreno Cedroni a Portonovo ha scelto di rimanere aperto fino a metà dicembre e recentemente ha conseguito un premio per il miglior ristorante di pesce da 50 Top Italy 2023: non so se lo sia davvero, ma senza dubbio la location vale la visita.
Dall’altra parte del Conero solo Casa Rapisarda a Numana conferma le due forchette, mentre la perdono La Torre (Numana) e L’Officina a Sirolo, ovvero i due locali più scenografici. Tra i nuovi talenti Alessandro Rapisarda è probabilmente uno dei più fulgidi, e sta riuscendo a disimpegnarsi bene anche nei mesi di grande afflusso turistico, non pensando solo alla scorciatoia di fare cassetta.
Dalla Gioconda a Gabicce Monte è probabilmente oggi il posto più cool dove andare a mangiare nelle Marche e altrettanto probabilmente una nuova stella Michelin della Regione. Davide Di Fabio, abruzzese cresciuto con Bottura e buon amico dei Retroscena’s ha grande mano e ti prende per la gola con 3-4 cose imperdibili.
A Pesaro doverosa conferma per Stefano Ciotti e il suo Nostrano che da qualche mese ha cambiato il visual dei suoi interni e per Daniele Patti dello Scudiero. ‘Tengono’ anche Massimo Biagiali al Giardino di San Lorenzo in Campo, l’Angolo Divino di Urbino dove non sono mai stato, il Marchese del Grillo a Fabriano che resta una tappa fissa per chi si nutre di grandi tradizioni.
All’Attico sul Mare di Grottammare dei fratelli Marconi e di Chef Melzi sono rimaste le due forchette e le grandi ambizioni: il locale cambierà layout dopo tanti anni e resta uno dei più scenografici e comunicativi della Regione.
Il trasferimento a Macerata nei locali che furono dello storico “Secondo” mantiene Michele Biagiola, il Gigi Meroni della ristorazione italiana, saldamente con due forchette. E’ cambiata anche la formula, ovviamente anticonformista: i grandi menu a pranzo e alla sera ci si diverte con la tradizione, anche con le mani, e una carta stringata in cui però c’è tutto quello che serve per andare a nanna contenti.
Nella sua Montemonaco lo chef Mazzaroni propone un meno due forchette Gambero Rosso a 48 euro per sette portate: un buon motivo per mettersi in macchina e conoscere un altro personaggio tutto da scoprire.
Chiudiamo a Ortezzano, da Carlo Sebastiani che conferma le due forchette, grazie a un progetto ardito, talento fulgido e una cucina sempre rispettosa delle materie prime e generosa con il Territorio. E se alla fine fosse lui il primo della nuova generazione a salire a tre?