FERMO - Frumento, olio e vino: enoturismo come volano dell’economia destagionalizzata. Stefano Zamagni, teorico dell’economia sociale, parla da sempre di due specie di animali: quello che si adatta e il castoro che trasforma l’ambiente in cui vive. “Noi vogliamo essere i castori”. Parte da qui la ‘Cuspide della triade sacra’, il progetto pensato da Anastasia Nicu, moldava di nascita e fermana d’adozione.
“Vino come storia di vita, vino che ci aiuta davvero a destagionalizzare. E lo dico da astemia. Dietro ogni bicchiere c’è un pezzo di Italia forte, che vive” introduce l’assessora al Turismo di Fermo, Annalisa Cerretani, affiancata dalal collega sangiorgese Elisabetta Baldassarri.
Il vino marchigiano piace nel mondo “anche se è sotto prezzo, come ci dicono in tanti. Noi ci crediamo, l’assessore Carloni si sta impegnando, anche tramite nuove leggi. Noi ci puntiamo ed è fondamentale anche fare marketing territoriale per far capire che le Marche non sono solo scarpe e mobili, ma anche paesaggi e buon cibo” riprende Andrea Putzu, presidente della prima commissione regionale.
Nel progetto colpisce la rete anche con i ristoranti. “Mettere in rete le tipicità, in questo caso dalla terra alla vigna passando per i locali, permette di aumentare il turismo” aggiunge il collega consigliere Marco Marinangeli.
Ma cosa c’è dentro la cuspide? “Vivere il vino di qualità, aprendo opportunità che vanno oltre il bando dal ‘Vino alla tavola’ della regione. Abbiamo coinvolto dieci ristoratori, numerose cantine con 40 vini” spiega Anastasia Nicu. Partner chiave è Guido Tassotti e con lui i vari chef dei locali: “Dobbiamo smettere di sentirci inferiori, strutturiamo questo progetto e rendiamolo un perno della promozione.”. Vino è parte della dieta mediterranea: “L’Italia si chiamava enotria e siamo la terra di Andrea Bacci, primo a studiare davvero il vino nel ‘500” ribadisce Lando Siliquini, presidente del Laboratorio dieta mediterranea.
Ascolta soddisfatto Stefano Isidori, presidente Ais: “Finalmente si parla di promozione delle Marche con la sua enogastronomia. Noi marchigiani simo un po’ indietro, ma sono fiducioso. 30 anni fa si snobbavano i vini marchigiani, oggi l’educazione cresce. Noi i produttori sul territorio li portiamo, ci proviamo”.
Chi porta persone di certo è il Ctf Travel, tour operator specializzato nel bike tourism, che muove appassionati in maniera sostenibile, tra le vigne. “Il turismo del vino è green, siamo dentro uno dei pilastri del recovery Plan. Un turismo che ha bisogno di digitalizzazione e strade e anche questo è parte del Pnrr. Ed essendo uno slow tourism permette di non puntare solo sula massa. Bene quindi la regione che ci crede e investe” ribadisce Luca Pelliccetti.
Enoturismo, ma devono essere convinti gli interessati. “Dovete fidarvi delle istituzioni. Noi vogliamo cambiare il percorso. Usare l’esperienza delle agenzie per pacchetti di incoming. Vogliamo agenzie che portano le persone qui, ma serve un coordinamento. Con ‘Dalla vigna alla tavola’ si è creato un clima di fiducia. Dopo le campagne di Mancini in tanti mi hanno chiamato per venire. Poi cosa faccio in regione? coordiniamoci. Facciamo capire come ci si muove dal mare ai Sibillini, dobbiamo fare come i cuochi che assemblano un piatto” chiosa Carloni, annunciando le nuove mosse per il settore (leggi) mentre si perde nel ricco programma allestito dalla Nicu che parte il 9 ottobre al Gambero di Porto Sant’Elpidio e dopo un lungo viaggio, dal Belli alle Loggette passando per Orsolina e Grottacce, per citarne alcuni, termina l’8 novembre con la cena di gala all’Astoria.
@raffaelevitali