FERMO – I problemi non mancano all’Ast di Fermo e alla sanità in generale, ma ci sono anche servizi che fanno ben sperare. Tra questi c’è il reparto di diabetologia. Quattro dietiste, 3 medici e 5 infermieri per 12mila pazienti, tanti quelli da fuori provincia per una mobilità attiva che fa bene al Murri.
Sembrano pochi, ma in realtà il team della dottoressa Paola Pantanetti è in grado anche di fare ricerca e sperimentare. “Portiamo avanti studi clinici a livello nazionale per intercettare la malattia in fase embrionale e poter così agire con farmaci innovativi su pressione arteriosa, peso, colesterolo e altro” spiega la primaria.
L'unità di Diabetologia dell'Ast di Fermo è il secondo reparto nelle Marche per il numero di visite endocrinologiche. "È un reparto d'eccellenza, guidato da un grande medico e con uno staff di primissimo livello che opera in sinergia non solo in ambito ambulatoriale-territoriale ma anche con un pool di specialisti per seguire i casi più complessi in ospedale, nell'ambito endocrino metabolico" aggiunge il direttore generale dell'Ast di Fermo, Roberto Grinta.
La Pantanetti non è però una che si accontenta: “Le attività non riguardano solo la malattia diabetica in senso lato, dal diabete mellito di tipo 1 e tipo 2 a quello gestazionale, ma le malattie endocrino-metaboliche, la nutrizione artificiale ponendo il paziente al centro del nostro percorso diagnostico-terapeutico".
Cruciale diventa la prima vista: “Noi – prosegue la dottoressa - sottoponiamo i nostri pazienti allo studio delle complicanze associate al diabete attraverso l'esecuzione di elettrocardiogramma, screening retinici e del piede".
Le sfide future? "Poter usare farmaci nuovi, che stanno peer uscire, in grado di migliorare notevolmente la qualità di vita dei pazienti. Stiamo investendo in termini di risorse culturali sulla tecnologia, soprattutto nel diabete mellito di tipo 1. Vi sono ambulatori settimanali dedicati alla tecnologia: mi riferisco a quel setting di pazienti diabetici di tipo 1 che dispongono di sistemi integrati sensori-microinfusori di insulina e pazienti affetti da diabete di tipo 2 muniti di sensore glicemico".
Servizi che permettono al Murri di crescer in qualità e quantità: “Nel reparto non ci si limita alla visita, ma eseguiamo test dinamici e ecografie tiroidee, presto anche ecocolordoppler vasi epiaortici e arti inferiori". Il tutto rafforzando la rete con i presidi esterni di Montegranaro e Petritoli che presto saranno affiancati da Montegiorgio e Amandola.
E anche quella interna: “Il diabete è una malattia infiammatoria a basso grado, siamo internisti a tutti gli effetti, lavoriamo con il cardiologo, il nefrologo, l’ortopedico, l’oculista, il neurologo. C’è una forte interazione tra reparti e una attenzione agli stranieri: sono molte le donne colpite, per questo abbiamo una brochure in lingua urdu, araba, inglese e cinese” conclude la Pantanetti.
r.vit.