di Raffaele Vitali
MONTEGRANARO – La musica come speranza di serenità, le note per cercare di non pensare ogni secondo al rumore ben più assordante delle bombe e dei cingoli dei carrarmati. Si apre così la tournée in Italia dei Solisti di Kiev, l’orchestra nazionale da camera, insieme con il maestro Francesco Di Rosa, uno dei migliori oboisti internazionali.
Il primo concerto si terrà domani sera a Montegranaro. Doveva essere una festa, ma per i musicisti parte con un incubo. Come raccontano Di Rosa, che li ha accolti ieri a Pescara, e il violinista, nonché manager dell’orchestra, Anatolii Vasylkivskyi.
“Tutti stanchissimi, è stato un lungo viaggio. Alla partenza da Kiev sembrava tutto tranquillo, nessuno si aspettava che le forze russe avrebbero puntato la capitale e le città principali”. E invece, il colpo al cuore è arrivato poco prima delle 5 del mattino: “Squillano i telefonini, mogli, genitori e amici che raccontavano di esplosioni e di una invasione che nessuno immaginava”.
Da quel momento per tutti un solo pensiero: tornare a Kiev. “Ma non è possibile, perché – spiega Di Rosa – gli aeroporti sono chiusi e quindi bisognerebbe volare sulla Polonia e poi in qualche modo arrivare a Kiev. Un viaggio impossibile”.
Solo che molti dei musicisti dell’orchestra sono giovani, età media sotto i 40 anni, e hanno dei bambini piccoli a Kiev. “Come facciamo a fare musica in queste condizioni?” hanno ripetuto per ore. Ma poi, la decisione: “Non abbiamo alternative, l’unica cosa che possiamo fare in questo momento, non potendo tornare indietro, è suonare. E quindi lo faremo fino al termine della tournée il 9 marzo”.
L’obiettivo di tutti è di mettere il cuore nella musica, suonare anche per i propri cari. "I nostri familiari – ribadisce il manager violinista – stanno cercando di allontanarsi da Kiev, ci hanno raccontato le esplosioni viste da casa e si spostano verso l’occidente, verso la Polonia. Possiamo solo sperare. Per fortuna, però, le linee telefoniche e internet al momento funzionano e l’ambasciata ci tiene aggiornati”.
Cosa accadrà non riescono a immaginarlo, di certo potendo sarebbero già in volo verso la loro casa, verso Kiev che hanno lasciato convinti di tornarci senza problemi. “Suoneremo per la pace” concludono i due musicisti.