di Raffaele Vitali
FERMO – Poche misure alternative per chi deve scontare pene brevi; poco personale; troppi detenuti in attesa di sentenza definitiva; strutture inadeguate: ecco quattro nodi che il garante regionale dei diritti della persona mette sul tavolo della politica e del sistema delle Giustizia.
“Non ci siamo occupati solo delle carceri, ma valutare lo stato di chi è privato della libertà personale è fondamentale. Non parliamo di criticità, ma di situazione pressante e preoccupante” esordisce Giancarlo Giulianelli che parte dall’aggressione di un detenuto con problemi psichiatrici a due agenti della polizia penitenziaria di Ascoli Piceno. “Vicinanza agli agenti, ma anche al detenuto che forse non si trova nella struttura detentiva giusta”.
Tra i casi eclatanti da affrontare c’è quello di Fermo, che conta di 55 detenuti, a fronte di 41 posti regolamentari. “Va chiuso il carcere, che è casa di reclusione, di Fermo: un ex convento non adatto, con spazi stretti e porte fatiscenti. È meglio ridarlo alla città per altri usi. Il Comune ha individuato un’area, con il sottosegretario Delmastro ne abbiamo discusso ma non c’è disponibilità finanziaria attualmente. Quello che l’onorevole ha spiegato è che si potrebbero usare i fondi del Pnrr, non riuscendo a portare a termine il proprio programma, per costruire un nuovo istituto. Ideale sarebbe un carcere a metà tra Macerata, che è l’unica provincia senza struttura, e Fermo” chiarisce Giulianelli
Il garante è stato a Fermo, dove mancava da un po’, una decina di giorni fa: “E’ stato riaperto lo spazio degli orti, rimasto chiuso per troppo tempo. Uno spazio ristretto, ma un detenuto mi ha confermato la funzionalità. È parte di un percorso di rieducazione. E poi so che il sindaco Calcinaro, che è molto attivo, vuole far ripartire la convenzione che permette ai detenuti più meritevoli di svolgere lavori per la comunità”.
Tornando al piano regionale, il garante sottolinea “l’eccessivo ricorso alle misure cautelari, come dimostrano i dati. A fronte di una popolazione di 877 detenuti, 201 sono in attesa di sentenza definitiva. 121 in attesa di giudizio, 80 appellanti o ricorrenti in cassazione. Le Marche hanno il 22, 8% di detenuti in ‘misura cautelare’. Se non tutti, fosse anche la metà, stessero ai domiciliari, il sovraffollamento si ridurrebbe” prosegue
La capienza totale nei sei istituti regionali è di 743, ma i detenuti sono 877. “A questo si aggiunge una carenza di personale di polizia. Il caso più eclatante è Montacuto, che ha il tasso più basso di personale in base ai presenti. Interessante anche il panorama sullo stato dei ‘marchigiani in carcere’: sono 723 i detenuti residenti nelle Marche, 341 i nati nelle Marche. “Una popolazione che delinque poco” sottolinea.
Il garante non raccoglie solo i dati, ma va a parlare coni detenuti cercando di risolvere le problematiche. “Vogliamo che il detenuto si senta attenzionato, che qualcuno si occupi di lui. Per questo è necessario ripristinare il Sio, sportello orientativo informativo finanziato dalla regione, nel carcere di Ancona. Uno sportello che svolge le pratiche da patronato per il detenuto e che è necessario. Il nuovo sindaco lo ha già capito”.
Un dato che bisogna valutare è il poco uso delle misure alternative al carcere: domiciliari e affidamento in prova ai servizi sociali, che può essere richiesto fino a un residuo di pena di 4 anni. “Al 30 giugno, 380 hanno una pena entro i tre anni. Quindi qualcosa non funziona tra pena da scontare e misure alternative. Altri 135 devono scontare tra i 3 e i 5 anni. Insomma, il 50% della popolazione detenuta non vede concesse le misure alternative. Ne parlerò con il presidente del tribunale di sorveglianza. Ma deve essere anche il detenuto che deve mostrarsi voglioso di partecipare al programma rieducativo”.
Programma rieducativo che nel 2024 sarà anche legato al calcio: “Abbiamo siglato un accordo con la Lega Nazionale Dilettanti, faremo un corso di calcio a tutti gli istituti e dopo una selezione nei sei istituti vogliamo creare una squadra di detenuti che sfiderà i campioni olimpionici italiani. Un progetto che parte a fine anno e si strutturerà nel prossimo”.