di Raffaele Vitali
RIMINI – Clima incandescente al palasport di Rimini per un derby che torna dopo 5 lustri. Il biancorosso domina in ogni seggiolino, ma è quello di Rimini, con la curva che per l’occasione sfoggia anche una bandana dedicata a Pesaro. E non per fare i complimenti. Quelli, alla fine se li prende Rimini che ha giocato una partita al limite della perfezione, se non fosse per cinque minuti di sbandamento nel secondo periodo.
Il primo quarto è quello che Leka non avrebbe voluto giocare. Alla Rbr riesce tutto: corre, salta e soprattutto segna. La Carpegna Prosciutto, dopo un buon inizio, si perde. Marini e Anumba fanno la differenza per otto minuti, praticamene non sbagliano una scelta. Poi ci pensa Tomassini a spegnere il fuoco di Ahmad, su cui Dell’Agnello ha preparato una difesa asfissiante.
Il primo quarto Rimini lo chiude con il 61% dal campo, decisamente troppo. Bravi loro, ma un aiuto arriva dalla difesa dei pesaresi che commettono in dieci minuti solo un fallo: troppo morbidi per rispondere ai 3mila del PalaRiviera (28-14 al 10’).
Il copione deve cambiare, ma è evidente che quello scritto da Dell’Agnello al momento è da Oscar. L’incredibile Pesaro lo vive dopo tre minuti di secondo quarto: fallo in attacco di Johnson. Pesaro è a meno dieci, un recupero importante. Peccato che Petrovic reagisca: antisportivo. In pochi secondi Rimini piazza un incredibile 6-0, con il suo lungo americano che in area fa quel che vuole.
Colpo di grazia? Il dubbio ai tifosi pesaresi, duecento e rumorosi dentro il caldissimo palazzetto romagnolo, comincia a crescere. Il basket, però resta uno sport indecifrabile. La squadra che non sbaglia mai perde il controllo del gioco e offre il fianco senza addominali. ‘Merito’ anche di coach Dell’Agnello che con due time out consecutivi toglie ritmo ai suoi, anziché dargli certezze. Ne approfittano Zanotti e Lombardi, che Leka rimette in campo: dieci punti in due, con tanto di triple che tolgono certezze allo schema difensivo di Rimini.
Loro sono l’apice della rimonta, poi c’è Ahmad che gioca una partita sua, costretto a tirare appena riceve per non ritrovarsi schiacciato tra i muscoli di Anumba. All’intervallo, dopo aver toccato il -18, Pesaro scopre che può ancora vincere, soprattutto se Bucarelli e Imbrò entrano in ritmo e Maretto, il peggiore dei suoi, supera lo scoglio dei 3mila tifosi urlanti che l’hanno chiaramente mandato fuori gioco.
Il terzo quarto vive sui primi due e quindi diventa equilibrato. Ormai entrambe le squadre hanno capito i punti di forza, vedi Marini da un lato e la capacità di inventarsi i tiri di Ahmad. L’americano a metà quarto riesce finalmente a entrare nell’area pitturata superando con un palleggio incrociato per due volte il suo mastino Anumba. Non soddisfatto, regala anche l’azione più bella del match, una schiacciata a difesa schierata che fa infuriare Dell’Agnello.
Il problema è che Pesaro ha poco dagli altri nei momenti chiave e quindi la difesa di Rimini può concentrarsi sulla stella giallorossa. Tra l’altro la Carpegna ama farsi male da sola: sul -2 (61-59) regala un canestro e fallo a Camara e ci aggiunge un tecnico di Leka. Sono dettagli che in un match giocato in recupero poi pesano, perché non hai mai la palla per sorpassare.
La stanchezza mentale di chi deve recuperare si vede a inizio quarto periodo: Ahmad sbaglia due conclusioni, Grande, play di riserva di Rimini, mette due triple. A questo si aggiunge l’incredibile palla persa tra King e Bucarelli che Marini trasforma in un cioccolatino da tre punti (83-70).
Il pubblico torna protagonista e così Leka, che aveva inaspettatamente tolto Ahmad nel momento più caldo, lo deve rimettere dopo meno di due minuti. Ma mentre i 3mila cantano ‘chi non salta è pesarese’ anche Simioni segna da tre punti e affossa definitivamente le speranze di alta classifica della Carpegna Prosciutto. Gli ultimi cinque minuti diventano uno show dei romagnoli con tanto di ingresso degli under (99-81 il finale).
Ha meritato Rimini, ha controllato il match e soprattutto nel momento più caldo ha dimostrato carattere e gambe. Pesaro subisce fisicamente, conferma la sua impotenza verso le compagini più grosse e aggressive che hanno uomini per mandare fuori partita Ahmad, non ingannino i 27 punti, soprattutto se non supportato dagli altri esterni. Contro Rimini Maretto e Bucarelli hanno prodotto praticamente nulla. E questo fa dimenticare anche un arbitraggio che nei momenti chiave ha penalizzato e non poco il team di coach Leka. "Non siamo stati fisici come speravamo, solo Lombardi ha messo il corpo come speravo. Abbiamo preso uno schiaffone, siamo rientrati reagendo e poi abbiamo provato a risolverla da soli, ma nel basket non funziona" la chiosa del coach pesarese a fine gara.