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Dentro il mondo Coal: 300 negozi, formazione continua e posti di lavoro. Il Dg: "Patto con l'Its fermano per trovare giovani"

22 Ottobre 2024

di Raffaele Vitali

PORTO SANT’ELPIDIO – Il nuovo corso dell’Ist Smart Academy di Porto Sant’Elpidio e Fermo è dedicato all’agroalimentare. Nasce da un accordo importante, visto che a ‘sponsorizzare’ il corso è la Coal, realtà con oltre 300 punti vendita in sei regioni, core business nelle Marche, dove è nata, e in Abruzzo.

Al termine delle 1800 ore di corso, gratuito come tutti gli ITS, usciranno figure specializzate “con tutte le competenze tecniche e pratiche per operare nel settore della grande distribuzione organizzata” spiegano Andrea Santori ed Elisabetta Baldini, presidente e direttrice dell’ITS. Esattamente quello che serve a Coal, come spiega il direttore generale Alessandro Buoso che mette a disposizione il mondo della Gdo per le 800 ore di stage. Al termine a disposizione ci saranno imprenditori, temporary manager e responsabile settori.

Buoso, direttore generale Coal, cosa l’ha avvicinata all’ITS?

“Dobbiamo superare un gap che tiene i giovani fuori dal mercato del lavoro e dalle sue dinamiche”.

Cosa intende?

“I giovani oggi sono lontani da settori di grande interesse e crescita come è l’agroalimentare, uno dei simboli della filiera italiana. Troppo spesso a vincere è la ‘non voglia di lavoro’ o il solo criterio di scelta legato agli orari di lavoro. Il problema è quindi la percezione che manca sui lavori pratici. Si parla di fashion, social marketing, AI: va bene, ma bisogna riconquistare il valore del lavoro, del creare con le mani”.

Ci spiega il mondo Coal?

“Siamo una cooperativa marchigiana nata a Camerano che ha aperto cinque anni fa un grande polo a Teramo, utilizzando le possibilità dell’area di crisi complessa e utilizzando un hub già strutturato. In quel polo facciamo lavorazione di carne e ortofrutta internamente. È qualcosa di innovativo, soprattutto per l’ortofrutta, non esiste qualcosa di simile”.

Come vi organizzate?

“Noi lavoriamo sulla vera filiera, è l’unico modo per essere sostenibili, in maniera tangibile. Troppi parlano, noi facciamo la sostenibilità”.

Come si sviluppa Coal?

“Somministriamo 300 negozi a insegna unica. Investiamo sul territorio. Siamo caratterizzati perché somministriamo non solo grandi superfici, ma anche piccoli luoghi, anche i borghi medievali che la gdo abbandonerebbe. Abbiamo un valore sociale. Noi portiamo nei piccoli negozi di prossimità la possibilità di avere un assortimento completo, non ci sono differenze dai grandi centri”.

I protagonisti: Buoso, Santori e Baldini

In quali regioni?

“Marche e Abruzzo, poi Lazio, Molise, Umbria, San Marino ed Emilia Romagna. Siamo un’azienda importante che guarda, essendo una cooperativa, ai soci che sono partner di ogni strategia. I soci sono i titolari dei supermercati che somministriamo. Abbiamo creato un circolo virtuoso”.

Quanti dipendenti?

“Il fatturato è di 315 milioni e abbiamo tra le due società 300 dipendenti, compreso l’indotto parliamo di 2500 persone”.

Il suo accento la precede, come mai un veneto alla guida della cooperativa marchigiana?

“Sono arrivato cinque anni fa, una scelta precisa: ho sposato un progetto unico nel contesto distributivo. Serviva un cambio manageriale in un’azienda cresciuta in maniera esponenziale, il mio compito è accompagnare la crescita. Che non si è fermata dopo la pandemia che è stata l’impulso per far conoscere ancora meglio i nostri valori e ci ha fatto aumentare il fatturato di 45 milioni”.

Avete bisogno dei diplomati ITS e quale futuro gli darete?

“Al nostro interno abbiamo creato un campus Coal, una Accademy per la formazione continuativa per gli interni e per i negozi. Abbiamo centri studi, cucine dove sperimentare cibi. È stato un grande investimento che in un anno già dà i suoi frutti. Noi vogliamo creare impresa, non solo formazione, e così aiutare i gestori dei negozi nel ricambio generazionale. Per questo i soci hanno un percorso di acceso privilegiato”.

Non bastava l’Accademy?

“Quello che è complicato è trovare persone che vogliano mettersi in discussione. Per questo non basta lavorare internamente. L’ITS trova le figure, le forma e poi noi proseguiamo internamente. Chi terminerà queste 1800 ore, se non commette errori e ha voglia di investire in se stesso, troverà lavoro in Coal”.

Quali figure cercate, perché chi esce dall’ITS ha ambizioni.

“Vuole sapere se dovranno fare la gavetta? L’esperienza è importante. Nulla vieta che chi è capace possa fare salti importanti e prendersi responsabilità dopo un breve periodo di inserimento”.

Le iscrizioni al corso ITS agroalimentare sono aperte fino al 31 ottobre. Per info itssmart.it

Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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