FERMO – Gli italiani stanno davvero a casa. Non serve l’App in stile orientale, basta Facebook e il suo sistema di geolocalizzazione. Dai dati delle localizzazioni emerge un calo dell’80%, a elaborarli il progetto Data for Good, che misura i trend di spostamento da casa e verso altre parti della città.
I movimenti sono basati sulle localizzazioni attivate dagli utenti italiani e mettono a confronto il periodo 9-23 marzo con le tre settimane corrispondenti di febbraio. A questa si aggiungono le mappe che aiutano a capire sia i movimenti delle persone vicino o lontano da casa sia «l'indice di connessione sociale» per ipotizzare la diffusione del contagio e le probabilità che le persone in un'area vengano in contatto con le persone di un'altra area. In Italia, le analisi delle università affiliate al progetto non sono ancora state rese pubbliche.
Al progetto Data for Good per l'Italia partecipa l'Università di Pavia, il Politecnico di Milano e l'Università Cà Foscari di Venezia. Queste istituzioni elaboreranno i dati messi a disposizione da Facebook e sottoporranno le loro analisi alla task force tecnologica del governo.
"Misurare l'impatto delle politiche di distanziamento sociale è assolutamente fondamentale in questa fase e dati aggregati di questo tipo forniscono analisi che tutelano la privacy degli individui, ma che possono essere utilizzati dai responsabili politici e dai ricercatori per costruire modelli predittivi" spiega Caroline Buckee, Direttore Associato del Center for Communicable Disease Dynamics, Harvard TH Chan School of Public Health.