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Dallo scricchiolio delle pareti ai suoni della Rianimazione, il sisma tra musica e parole. "L'ultima estate" al teatro dell'Aquila

24 Novembre 2021

FERMO – Voglia di normalità per il conservatorio Pergolesi di Fermo. Si torna a teatro, in presenza, con ‘L’ultima estate’ affidata al compositore Marcello Filotei che ha creato un’opera con voce narrante, quartetto vocale e orchestra.

Per il Comune è un nuovo tassello verso la rinascita natalizia di Fermo: “Mettiamo a disposizione il teatro dell’Aquila per un’opera che racconta il drammatico momento del sisma. La musica ci permette di non dimenticare, ma dandoci speranza” sottolinea l’assessora Micol Lanzidei.

Un progetto in cui “si parla di memoria, attraverso la malinconia, quella che accompagna chi vive ancora in case provvisorie. Accendere una luce è sempre necessario. E io lo faccio abbinando letteratura e musica. Si parte dal libro ‘L’ultima estate’, edito dalla Fas, che ho usato per far emergere quello che avevo vissuto” racconta Filotei. Che ha perso parte della sua famiglia a Pescara del Tronto. “Poi ho cercato di capire come stavo davvero, mi sono guardato dentro usando la musica, essendo un compositore”. Un’opera che sovrappone due piani espressivi, quello che è successo e che era, narrato dalla voce di Greg, e dall’altro l’orchestra che fa emergere i sentimenti dal punto di vista emotivo.

In quest’opera c’è una voce recitante mentre i cantanti cantano, “un qualcosa di unico”. Aggiunge il direttore Verzina: “Parliamo di antropologia culturale, la cultura di un posto che esiste e che riscopriamo proprio quando viene a mancare. Una realtà che porta valori e che sopravvive”.

Gabriele Bonolis è il direttore di orchestra, Cesare Scarton il direttore artistico. “La partitura è una grande nuvola emotiva che avvolge musicisti e pubblico. Uno dei temi toccati dall’opera è la storia del recupero della sorella di Marcello, dopo 9 ore sotto le macerie, che si è ripresa dopo 9 mesi di terapia intensiva. La ricostruzione sonora è fantastica, con la riproduzione della terapia intensiva, una musica che diventa visiva. Richiami sonori dello scricchiolio che è alla base dello spavento del terremoto. Un linguaggio non facilmente comprensibile dal punto di vista armonico”.

Il progetto era nato per il 2020, ma poi tutto si è bloccato. “Un progetto finanziato dal Mibact come ‘progetto speciale’ e questo ha permesso libertà nell’organizzazione. Un’opera contemporanea, una scommessa, ma non avevo dubbio che sarebbe stata una cosa importante, me lo diceva l’intuito. Fermo è l’unica tappa delle Marche, chiuderemo a L’Aquila, colpita nel 2009. La memoria va oltre la descrizione del dolore, è un insegnamento per le nuove generazioni, bisogna sempre parlare della sofferenza, ci deve insegnare a fronteggiare la difficoltà dell’esistenza” conclude Scarton.

Cinque anni dopo, non solo dolore, ma cercare di far emergere anche quello che c’era. “La speranza nasce dal ricordo di quei personaggi tipici. Dal rivoluzionario a chi resta sempre. Un mondo che va preservato e raccontato”. Un mondo che 200 fortunati domani sera potranno vivere dentro il teatro dell’Aquila. Ingresso libero e prenotazione obbligatoria allo 0734.284295 e poter così farsi incantare dalle voci di Zuzanna Klemanska e Nutza Zakaidze, soprano e mezzosoprano dell’accademia di arte lirica di Osimo.

@raffaelevitali

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