di Raffaele Vitali
FERMO – “Che effetto strano rivedere dopo tre mesi i professori. E farlo nel girono della maturità, quando già la tensione è al massimo” sottolineano Emilia e Martina. Due scuole diverse, Ipsia e Itet, ma stesso pensiero dopo un’ora di esame davanti alla commissione, con i docenti a distanza ma presenti, tra i banchi recintati da adesivi.
Una maturità senza festa, senza i corridoi pieni di amici, parenti e compagni, ma con il sorriso uscendo dall’aula che basta e avanza per chiudere un ciclo di studi durato cinque anni. Le scuole sono blindate. Per entrare bisogna compilare un modulo, con i dati anagrafici e di un documento d’identità, in cui certificare che non si ha la febbre e bisogna seguire percorsi dove si incontrano igienizzanti a ogni bivio. “tutti comprati da noi e per ora senza rimborsi” spiegano i dirigenti.
Senza le presidi Scatasta e Corradini, impegnate in altre scuole, a guidare la prima intensa giornata ci sono i vice, da un lato la professoressa Miragliotta, dall’altro il professor Mennò con il collega Tombolini, che ha curato tutti i percorsi sicurezza.
“Sabato la preside ha deciso di far sanificare tutta la scuola ed è stata riaperta direttamente questa mattina, poche ore prima l’ingresso della prima alunna. Un’ulteriore accorgimento per docenti, alunni e persone. Poi abbiamo scelto di segnare i percorsi con dei colori dedicati a ogni corso, in modo da evitare ogni possibile incrocio, anche tra gli studenti” spiega la Miragliotta. Che poi ammette: “Abbiamo scoperto un mondo, un collega che non usava neppure il cellulare è diventato il massimo esperto di Dad. La lezione a distanza è stata utile per recuperare alcune situazioni, per dare un sostegno ulteriore, ma la classe, la comunità è un'altra cosa. Il contatto visivo è fondamentale. Di certo ci porteremo il buono nella prossima annualità”.
Al suo fianco c’è Emilia, 5MA. “Non è stato facile studiare in questo periodo, stare sempre online rende tutto complesso. Vi assicuro che i prof ci sono mancati”. Ancora di più in una scuola che ha nei laboratori, in questo caso di moda, una parte fondamentale: “Ci siamo organizzati tra le indicazioni del docente e l’aiuto tra noi compagni, siamo riusciti anche a tagliare e a disegnare abiti. Ed eccomi qua, finalmente ho finito anche se non come immaginavo” prosegue Emilia che sulle scale esterne era attesa dall’amica del cuore, che invece dovrà aspettare altre 48 ore prima di sentirsi libera.
A pochi chilometri di distanza, dall’aula d'esame esce Martina, camicia bianca e diploma dell’Itet in mano. Non è già quello da incorniciare, ma un pensiero che la dirigente Corradini ha voluto per tutti gli alunni che sostengono il colloquio. Anche per lei l’esame multimediale, con la presentazione da pc mostrata sul maxischermo alla commissione e poi il question time, che non finiva mai: “L’ansia c’era, anche per dover rivedere i prof. Ma ho risposto a tutto. Ho presentato una tesina sul Tennacola, sul potenziale e le sfide future. Poi mi hanno chiesto di tutto, da Verga alla prima guerra mondiale”.
Un esame vero, ribadiscono i primi quattro maturandi, entrati da una porta e usciti da un’altra per mantenere ogni distanza: “Altro che tutti promossi. Il ministero ha deciso che sono tutti ammessi, la promozione se la devono guadagnare. Ma questa prima mattinata ci ha mostrato degli alunni preparati, con la giusta tensione da esame” spiega Attilio Alfonsi, uno dei presidenti di commissione dell’Ipsia. E il merito è anche dei docenti che si sono reinventati: “Sia chiaro, la Dad non è sostitutiva alla didattica in presenza. Anzi. Ma per corsi di recupero, per lezioni pomeridiane può diventare una grande risorsa. Riusciremo a stare ancora più vicini ai nostri alunni” conclude Mennò salutando l’alunna che ora sogna solo una cosa: “Poter rivedere tutti i miei compagni, per salutarci, per brindare. Mi ha fatto strano uscire dalla classe e vedere la mia compagna in un’altra aula attendere che io uscissi per poter entrare, neppure un abbraccio, ma con lo sguardo ci siamo dette tutto”.
E nel mentre le alunne si incrociavano a distanza, la commissione usciva dall’aula per discutere il voto e lasciare al personale Ata, il braccio operativo di ogni scuola, il compito di sanificare banchi e mouse per il prossimo esaminando.