di Francesca Pasquali
FERMO - Trentamila euro a un bar, 45mila a un allevamento. Sono le salatissime bollette della corrente arrivate in questi giorni a due attività dell'area montana, finora esonerata dal pagare le utenze perché all'interno del cratere. Solo che adesso le cose sono cambiate e le bollette fioccano.
Con cifre esorbitanti da pagare. Un fardello che si somma a quelli “storici” della montagna, in primis crisi e infrastrutture carenti. A cui si sono aggiunti il terremoto prima, la pandemia poi e, adesso, il caro-bollette. Insomma, fare impresa nell'entroterra fermano è sempre più difficile. «La sospensione del pagamento di cartelle esattoriali e utenze per l’area del cratere è terminata e gli imprenditori si trovano con l’acqua alla gola», dice il presidente del direttivo Cna Zona Montana, Giuseppe Paciotti.
Daniele Patalocchi e Flavio Valori del bar La Stazione di Amandola si sono visti recapitare una bolletta da 30mila euro per gli anni 2016-2020. «I titolari dovranno ora richiedere un piano di rateaizzazione che sia per loro sostenibile, dopo aver avuto a che fare anche con il passaggio a un nuovo gestore energetico e tutte le incombenze derivanti», fa sapere Andrea Ricci, responsabile sindacale Cna per la zona montana. Ancora più salata la bolletta arrivata a un allevamento della zona, che dovrà pagare 45mila euro di corrente.
«Cifre – precisa Ricci – in linea con il consumo dei cinque anni citati, ma lo sblocco della fatturazione del periodo sospeso è coinciso con l'aumento dei prezzi dell'energia e le difficoltà economiche legate alla situazione pandemica». Da un’indagine della Cna emerge che il 95% delle imprese intervistate pensa che il caro-bollette avrà un forte impatto sulla propria attività.
«Per fronteggiare il caro-energia – spiega il direttore generale Cna, Alessandro Migliore –, oltre la metà degli intervistati si vedrà costretto a ritoccare i listini, in particolare manifattura e costruzioni, mentre le aziende di trasporto, servizi alle imprese e alla persona indicano che manterranno invariati i prezzi».
«L’impennata dei costi energetici – prosegue Migliore – provocherà un taglio dei margini di guadagno per il 77,5% del campione. Per altri (6,8%) si prospetta il fermo dell’attività a causa di costi insostenibili, con punte del 24% nel settore del turismo».
«Gli interventi approvati dal Governo nel Decreto sostegni ter sono utili – chiosano Paciotti e Migliore –, ma è necessario individuare rapidamente soluzioni efficaci e strutturali».