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Dai prezzi del lusso alla creatività dei giovani: la moda vista da Marzotto. "Sistema nervoso, si vede anche dai cambi gestionali dei brand"

26 Settembre 2024

di Raffaele Vitali

MILANO – Matteo Marzotto è un imprenditore per certi versi anomalo: unisce la visione business, che lo porta ad acquisire piccole eccellenze in giro per l’Italia e in special modo nelle Marche, Grottazzolina inclusa, a quella di guida per i giovani che vedono nella moda il loro futuro. La settimana delle fiere milanesi, Micam in primis, diventa il suo luogo perfetto di azione grazie all’Intrnational Lab of Mittelmoda, il più vecchio contest in Italia rivolto alle scuole e non solo a stilisti.

GIOVANI NON SOLO STILISTI

“Il nostro target sono studenti appassionati di fashion e design. A molti di loro ci piacerebbe dire: ‘Hai talento e puoi portare linfa al settore’. Davanti hanno un mondo amplio che vede nell’Italia la leader nell’alto di gamma. Noi selezioniamo chi crede di avere passione, che ha investito cinque anni della sua vita e vogliono sentirsi dire quale può essere la strada”.

Hanno partecipato 550 scuole di 57 nazionalità differenti. “Noto che le scuole si stanno alzando come livello, seguendo le capacità crescenti dei giovani ma dandogli linee più di realismo. Una volta c’era la creatività provocatoria. Molti di questi giovani hanno una loro storia, andiamo oltre la ricerca del tratto. Si pensa che tutti possano diventare ‘LO’ stilista, mentre la moda è fatta di tante figure verticali che a suo modo possono portare contributi stilistici. Come una scarpa che è fatta da diversi pezzi e in ognuno c’è uno stilista, così per un abito. Dobbiamo creare dei professionisti più preparati. Manca la manodopera qualificata? Non è solo questione di operai, anche chi esce dalle scuole dovrebbe passare per la parte più basica della produzione”.

IL FUTURO DEL LUSSO

Inevitabile con Marzotto affrontare la situazione mondiale che vede in difficoltà anche i brand del lusso. “Sono il primo a preoccuparmene. Ci sono coincidenze di fattori che rendono la fase più difficile di altre. Di certo il post covid ha reso i volumi poco precisi. Quando il mercato chiede tanto, i brand cavalcano (vedi la crescita di Gucci da 3 a 10 miliardi in pochi anni, ndr). Ma poi è tutto ricambiato. Il nervosismo si vede anche nei cambi di gestione creativa, bisogna avere pazienza di aspettare che si torni alla stabilità. Sono dell’idea che il lusso debba fare un ragionamento molto preciso sul valore percepito. I prezzi sono elevati perché uno trova la miglior qualità, ma il rateo, il rapporto di crescita rispetto ad altre categoria di spesa, non è più bilanciato”.

Il rischio altrimenti è che diminuisca la voglia delle persone di spendere per la moda. “Il bello bisogna offrirlo al meglio, innovandolo e tornando a prezzi giusti. Il mondo del lusso ha un grande potenziale, quello di investire e fare ricerca. Come Minerva Hub noi investiamo in competenze e le forniamo ai clienti. Noi siamo dei partner delle eccellenze. Suggeriamo e illustriamo delle capacità di lavorare prodotti e poi lasciamo che siano loro a immaginare come usarli. Avendo al nostro interno 25 aziende diverse, abbiamo una contaminazione interna che ci permette di pensare prodotti che non ci sono”.

Un sistema che gli permette di vedere prodotti che come creatività non hanno uguali, ma che restano troppo spesso sulla carta. “Le crisi non ci devono fermare, è una fase. I grandi brand e visionari hanno gli elementi per far ripartire la moda. Ma sul prezzo serve attenzione, altrimenti si rischiano rifiuti. Ma va fatto in tre mesi, non in tre anni” prosegue l’imprenditore che ha in mano nuovi progetti con Sp Plast e Gruppo Meccanica Luciani, due dei gioielli marchigiani che Minerva Hub ha raggiunto dopo attente analisi di mercato.

“Non ci fermeremo qui, le Marche le seguo da anni, fanno parte di me, sono un territorio eccezionale in cui ho già visto nuove idee, vedremo se arriveremo a nuove acquisizioni” prosegue l’imprenditore, che ha anche una visione chiara del futuro e di come vadano letti i dati: “Speravamo di crescere nel 2024, invece le aspettative si sono ridotte., ma supereremo comunque i 260milioni e manteniamo una redditività in doppia cifra. Come dicevo all’inizio, siamo parte del lusso e quindi delle difficoltà. Ma bisogna essere onesti e valutare bene i numeri, bisogna decidere quale è il dato di parametro. Il periodo Covid va letto dal 2018, cancellando il 2020, e arrivando al 2023. Sono questi i cinque anni che ci dicono da dove ripartire. Il 2021 è stato un anno per metà bloccato, poi è arrivato il super 2022 e la frenata del 2023 già dall’estate. In questo quadro non è facile pianificare il lavoro della filiera, ma non dimentichiamo che la super crescita del 2022 non può essere il parametro di riferimento per tutto”.

Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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