FERMO – IL ritorno a Bologna è sempre speciale, ancora di più se è lì che collaboravi con Umberto Eco. È il caso dell’artista fermano Daniele Cudini che con “La collezione di Adriano Rupelli” sarà tra i protagonisti di Art City Bologna allestita dal 24 al 26 gennaio in pieno centro, negli spazi di Granata Studio.
Domenica giornata clou con la presentazione del libro “Arte contemporanea | Rigenerazione urbana” (Terminal Art Project Edizioni): un incontro aperto alla città bolognese per riflettere sul ruolo essenziale dell’arte contemporanea nel trasformare il degrado e i luoghi dimenticati in spazi vitali restituiti alla collettività, obiettivo per cui Terminal Art Project lavora da anni. Proprio Cudini insieme ai colleghi nel 2013 è stato il motore, con mostre e artisti internazionali, del primo recupero del Termina, oggi restaurato e dedicato a Mario Dondero.
In concomitanza con la 44esima edizione di Arte Fiera, il palinsesto di ART CITY presenterà una selezione di opere dell’artista fermano che Umberto Eco volle all’apertura dell’anno accademico della Scuola Superiore di Studi Umanistici dell’Università di Bologna, nel 2002, con la mostra “Interiors” a cura dello stesso Eco. Cudini, che dagli anni ’90 ha esposto a Berlino, Düsseldorf, Madrid, Australia, oltre che alla Galleria Nazionale D’Arte Moderna di Roma, torna ora nel capoluogo emiliano con opere di pittura e scultura in ceramica collezionate dal celebre scenografo fermano Adriano Rupelli, personaggio dal passato rocambolesco e sfuggente.
“Di lui si racconta che arrivò persino al cospetto di uno sciamano in America del Sud e che tra un viaggio e l’altro amava ritirarsi nell’appartamento di viale Ciccolungo, oggi acquisito da collezionisti tedeschi, dove aleggia ancora il fascino di una vita fuori dall’ordinario. Fascino che dal civico 108 di Fermo si proietterà a Bologna con un suggestivo allestimento curato da Terminal Art Project - Fermo insieme a Stefanie Kreuzer del Museo Morsbroich (Germania) in collaborazione con Granata, Kinodromo e Riccardo Franchellucci” spiegano gli organizzatori che ricordano che accanto alle opere esposte, infatti, un’installazione di videoarte trasporterà il visitatore, munito di cuffie, proprio dentro le stanze private dell’appartamento fermano di Rupelli, facendolo aggirare furtivamente in un’atmosfera da boudoir privato.