Una serata in compagnia della moda su Rai 1, ma soprattutto un viaggio nell’artigianalità che non poteva che fare tappa nelle Marche. Valori e passione che si tramandano come il nome di figure del calibro di Brunello Cucinelli, Ermanno Scervino, Herno, Kiton, Luisa Spagnoli, Max Mara, Tod’s con Della Valle e Tombolini. Nomi illustri della moda italiana, capitani di industria che hanno ereditato dai nonni, o dai genitori, aziende nate per lo più nel dopoguerra che sono l’orgoglio del Made in Italy e che questa sera, ore 23.40, saranno raccontate nello ‘Speciale Tg1’ dal titolo ‘Stoffa di famiglia’.
Moda è tradizione, ma è anche innovazione. Un esempio arriva da Tombolini, azienda di abbigliamento maceratese che porta sulle passerelle della moda, a cominciare dal Pitti Uomo, le sue creazioni. Che nascono nel tempo, il marchio ha festeggiato i 60 anni lanciando la Fondazione Eugenio Tombolini che tra i compiti avrà quello di creare una scuola di sartoria interna all’azienda. “Parliamo di formazione, di avvicinare i giovani al mondo del lavoro e di incentivare i più piccoli alla creatività” spiega l’azienda.
Con i suoi 150 dipendenti crea prodotti made in Italy che piacciono al mondo. L’ultimo grande cliente arriva dal calcio, dalla ricca Arabia Saudita. Tombolini ha siglato una partnership con l’Al-Nassr, uno dei club calcistici più titolati dell’Arabia Saudita nel quale militano campioni come Cristiano Ronaldo, Marcelo Brozovic e Sadio Mané.
A conquistare gli arabi e i loro campioni è stata la collezione TMB Running, giacca, pantalone e t-way con cappuccio, realizzato in uno speciale tessuto tecnico stretch che utilizza il jersey in versione high tech. Tombolini diventa così lo sponsor ufficiale della squadra per il formal wear a partire da questa stagione e per tutta la prossima, fornendo alla formazione, allo staff tecnico e alla dirigenza le divise create ad hoc e modellate sulla base dei suoi caratteristici codici estetici.
Ma no si ferma qui l’innovazione, perché Tombolini in campo messe anche la linea Zero Gravity, abiti sartoriali caratterizzati da leggerezza assoluta e realizzati in tessuti pregiati, resi impalpabili dalla tecnologia che amplifica la perfezione dei tagli assicurando la massima morbidezza nell’indosso. “Vestire una squadra significa esaltarne anche visivamente la potenza e, al contempo, tradurne i valori che la connotano e la distinguono a livello estetico” commenta Silvio Calvigioni Tombolini, direttore marketing e commerciale del brand.
“Associare il nostro nome a un club così titolato e dal forte hype mediatico impreziosisce una volta di più il nostro legame con lo sport e rappresenta, dal punto di vista strategico, un ulteriore step per confermare la nostra presenza nel mercato medio orientale verso il quale sono orientati i nostri sforzi di internazionalizzazione” ribadisce l’imprenditore.
Il ceo dell’Al-Nassr, Guido Fienga, quando si è trovato davanti un abito Tombolini ha capito che era sulla strada giusta: “Abbiamo scelto di mettere la firma di Tombolini sul nostro formal wear per via del suo tailoring identitario capace di impreziosire quell’immagine moderna e innovativa che, da sempre, caratterizza la nostra squadra e la rende vincente sotto ogni aspetto”. Per stare al passo con i tempi, l’azienda ha avviato da tempo un piano di sviluppo green: prodotti ecosostenibili, con capi che hanno una vita più lunga; ristrutturazione dell’headquarter; capitale umano più giovane e abile nella ricerca.
Su questo Silvio Tombolini, terza generazione, investe ancora di più: “L'investimento sul capitale umano e lo stretto legame con il territorio (tra i testimonial c’è anche l’arbitro di serie A di Macerata, Juan Luca Sacchi, ndr) è alla base del nostro sviluppo, con i prodotti che per il 70% raggiungono Europa, Nord America e Middle –East e per il resto al Sud America e Australia”.
Raffaele Vitali