MAGLIANO DI TENNA – Integrazione e conoscenza. Quale miglior modo per far diventare qualcuno parte della comunità che inserirlo all’interno di un processo produttivo, utile al gruppo? A Magliano di Tenna è partito un percorso virtuoso con strumenti particolari: ago e filo, ditale, gessetti quadrati. Che vanno abbinati a pazienza e precisione, sapienza e abilità.
“Tutti noi abbiamo conosciuto, direttamente o indirettamente, l'ambiente un po' magico e rarefatto dell'atelier, il laboratorio del sarto o della sarta. Forse qualcuno ricorda ancora il nonno o la nonna chini sul tessuto, alle prese con qualche “aggiustatura” o qualche rammendo. Ecco, quella della sartoria sembrava un'attività ormai perduta, sopraffatta dalle macchine e dall'industria standardizzata dell'abbigliamento” spiega il sindaco Cesetti.
Sembrava, perché a Magliano di Tenna, grazie ad un progetto volto proprio al recupero di antichi mestieri, è nato un piccolo laboratorio di sartoria artigianale. Promosso dall'associazione G.U.S. Gruppo Umana Solidarietà, coinvolge nel cuore del centro storico, tre pomeriggi a settimana, alcuni beneficiari del progetto d'accoglienza di Magliano e di Falerone. “Un modo per non imparare un mestiere che sta rischiando di scomparire ma che, sembra, stia suscitando anche un rinnovato interesse da parte del mercato del lavoro” aggiungo gli organizzatori.
Il laboratorio è aperto a tutti e sta riscuotendo un buon successo di partecipazione, tanto che gli operatori del Gus stanno pensando di renderlo una struttura permanente al servizio della comunità. “Sarebbe la dimostrazione che i progetti di accoglienza, ancora una volta, possono essere uno strumento diretto di welfare locale, oltre la loro canonica funzione di promotori dell'inclusione sociale” ribadisce soddisfatto il primo cittadino.
@raffaelevitali