FERMO – Il neo assessore alla Sanità, Filippo Saltamartini, ci ha messo pochi giorni per prendere le prime importanti decisioni. In particolare riguardo al modo in cui rispondere all’emergenza Covid che sta riprendendo forza.
La prima mossa è quella della riapertura del Covid Center di Civitanova Marche, anche se ancora solo con un modulo da 14 posti di terapia semintensiva. La struttura voluta dall'ex governatore Luca Ceriscioli, che tante critiche gli è costata dentro il suo partito, a cominciare dall'onorevole Morani, è meno inutile di quel che molti credevano.
"Il nostro impegno è quello di salvare vite: siamo in una guerra contro un nemico terribile e non c'è tempo da perdere – spiega l'assessore –. Il piano pandemico regionale è composto da misure adottate dalla precedente amministrazione. Non abbiamo apportato modifiche al "treno in corsa", ma dobbiamo implementare gli aspetti carenti e spingere sull'acceleratore per fare quanto ancora non è stato realizzato".
La prima modifica più evidente è la richiesta alla Marina Militare di medici e infermieri, visto che l’utilizzo di pensionati e neo laureati era già stato provato. La seconda riguarda invece il maxi ordine di vaccini antinfluenzali: “Abbiamo ritenuto necessario raddoppiare le dosi ordinarie che i LEA avevano già definito non sufficienti in relazione alle Marche nel 2017. Quindi oltre alle 420mila dosi già consegnate ne abbiamo chieste altrettante: 310mila ad Arcuri e per gli altri 130mila si chiuderà presto la procedura dell'Asur, per arrivare a 860 mila dosi. Ad oggi ne abbiamo ricevuti 294.300. Chiaro che sarà necessario un maggior coinvolgimento e impegno dei medici di famiglia e per questo motivo incontreremo le associazioni di categoria per trovare una modalità di collaborazione valida".
Terza novità, il potenziamento delle Usca (Unità Speciali di Continuità Assistenziale) dotate di macchine per la radiografia polmonare a domicilio. Quarta, gli alloggi temporanei per chi non può svolgere l'isolamento in casa.
E poi, in tema di prevenzione, Saltamartini vuole aumentare i tamponi. “Nelle Marche il sistema sanitario ad oggi riesce a processare solo 2.200 tamponi al giorno. Il governatore Acquaroli ha inviato una lettera al commissario Arcuri per chiedere una dotazione giornaliera di 5.000 tamponi molecolari 'ordinari', 1.500 tamponi molecolari rapidi e 5.500 tamponi antigenici rapidi”.
Anche in questo caso, la Regione vuole coinvolgere i medici di famiglia e i farmacisti per un accordo che allarghi la platea dei tamponi anche ai bambini che devono rientrare a scuola e a tutte le categorie a rischio (sanitari e forze dell'ordine). “Le famiglie – ha sottolineato – oggi pagano il test per riammettere i figli a scuola. È una violazione del principio di uguaglianza dei cittadini. Non possiamo immaginare una discriminazione sociale delle famiglie che non possono pagare il tampone e ritardano il ritorno a scuola dei loro bambini". Gratuità, come in Emilia Romagna.
E poi c’è il nodo personale, che attende i meritati premi: “Le risorse – ha concluso Saltamartini – erano state stanziate e non si capisce perché non siano stati liquidate. Si tratta di una ingiustizia che vogliamo risolvere al più presto”.
Chiaro che tutto sarà inutile se ognuno non farà la sua parte: “Massima attenzione nelle azioni che ormai ben conosciamo (mascherina, distanziamento, igiene delle mani) a tutti e in particolare a chi vive con congiunti anziani o persone con disabilità. Penso infatti alle persone portatrici sane, quindi asintomatiche, che rientrando a casa possono trasmettere il virus ai nonni, ai genitori anziani e ai familiari più fragili. Parliamo di quella generazione che ha costruito l'Italia nel dopoguerra e ne ha fatto una potenza mondiale e che merita oggi tutto il nostro sostegno e la nostra protezione".
r.vit.