di Raffaele Vitali
GROTTAZZOLINA – Francesco Lusek e Samuele Santarelli insieme funzionano: l’esperto di gestione dell’emergenza della Protezione civile e il coordinatore dei Vigili del fuoco volontari sono l’anima del progetto Sisma, che ha incontrato un sindaco, Alberto Antognozzi, pronto a mettere a disposizione un luogo per potersi esercitare, per formare il volontario, con tanto di simulazione di casa crollata e contesto post sisma attorno. “Noi siamo bravi in emergenza, ancora difettiamo in prevenzione” ricorda Antonio Filippini, uno dei disaster manager regionali introducendo la presentazione del progetto che ora attende la certificazione, e si spera anche ulteriori fondi, dalla Regione Marche.
Lusek da anni si è dato una missione: formare il volontario. Perché, come ricordano i numerosi interventi di presentazione del progetto, “essere volontario non significa non professionista”. Che il progetto sia degno di attenzione lo dimostrano i due relatori al tavolo: uno è il ‘vate’ della Protezione civile italiana, Guido Bertolaso. L’altro è un top player mondiale, ex comandante dei vigili del fuoco in Kosovo e Iraq, responsabile delle missioni Onu, l’italo americano Robert Triozzi, uno che ogni giorno si muove tra i block di New York.
Slide in mano, i due hanno esaltato il lavoro di Lusek e puntato tutto su un concetto: le figure vanno identificate, ognuno ha un ruolo, ognuno è importante. Gli aiuti devono essere coordinati”. E anche per questo le amministrazioni più sensibili ragionano sempre più su sedi comuni tra i vari corpi. Lo sta facendo anche Montegranaro, come anticipa l’onorevole Mauro Lucentini, che presto si doterà di una nuova struttura per Protezione civile e vigili del fuoco volontari.
Tutti vogliono far parte della Protezione civile, ma non tutti sono idonei a fare lavoro di soccorso” spiega Triozzi, che poi presenta l’identikit del volontario, aggiungendo che ci vuole uniformità anche nel vestirsi, con divise e mezzi dello stesso colore “perché bisogna essere identificabili”.
Tre quindi i livelli: il primo è per chi può operare solo nei limiti del proprio comune e non in ruolo operativo di soccorso. Montare una tenda, misurare la temperatura; il secondo per chi agisce nella propria regione in ruolo operativo di supporto basilare. Sono più formati e con esperienza; il terzo è chi si muove su scala nazionale o internazionale in ruolo operativo di soccorso avanzato. Per ognuno di loro, il progetto di Lusek prevede compiti precisi che vanno dalla ricognizione alla soluzione per la messa in sicurezza.
“L’Italia avendo un corpo nazionale parte già avvantaggiata anche perché c’è una figura come il Prefetto che sul territorio è l’autorità, è lo Stato. In America mancando questa figura c’è confusione” ribadisci Triozzi.
Ascolta Vincenza Filippi che, oltre ad avere Lusek come consulente, punta molto sulla protezione civile: “Questo è un territorio fragile, con grandi potenzialità che vanno però messe a sistema. La formazione – riprende Vincenza Filippi - rientra perfettamente nel tema della pianificazione. Metto a disposizione la Prefettura, se vogliamo mettere in rete i 40 Comuni. Dobbiamo far capire a ogni sindaco che il sistema è fondamentale”.
La Canigola punta su Lusek: “So quanta passione mette nell’attività che fa. E di Avere figure come Lusek per gli amministratori è il valore aggiunto: “Il suo sguardo è sempre volto a un arricchimento del territorio. Formazione spesso la leghiamo alle aziende, alla scuola, ma difficilmente a un aspetto così importante, la prevenzione e la gestione delle calamità. I tanti volontari che abbiamo sono la riprova di come ci sia ampio margine di crescita, ma bisogna coordinarsi”. E bisogna includere Fermo, che non era presente a Grottazzolina, che si trova a un chilometro di distanza dal confine comunale.
L’ultimo consiglio di Triozzi è che il progetto Sisma deve rispondere a tre A: addestramento, attrezzature e affiatamento. Tutto questo è dentro quanto pensato da Francesco Lusek con il supporto di Samuele Santarelli e la supervisione di Bertolaso, che nella sua lunga esposizione ha ribadito che “ogni piccola squadra deve lavorare per il bene comune, in un sistema consolidato e coordinato”.
Entrando nel progetto, dedicato al volontario scomparso Umberto Cardinali, Francesco Lusek si è basato su un principio cardine. Più persone formiamo, meno problemi abbiamo. “Quando c’è un arresto cardiaco la prima risposta è del soccorritore più vicino, se addestrato, così come in un terremoto in attesa degli specialisti la risposta parte dal locale. Se abbiamo figure che possono rispondere immediatamente all’emergenza, non rischiamo di passare da soccorritori a vittime”.
Il piano si rivolge ai volontari, ma anche alle forze dell’ordine e ai sanitari, ovvero chi ha conoscenza del territorio, dalla viabilità alle aree di atterraggio, valutando ogni rischio. Tutto questo lo sanno solo i soccorritori locali E infatti ad ascoltare c’erano il questore, il comandante provinciale dei carabinieri e anche il responsabile del 118. “Grottazzolina ci ha creduto, e così la Valtenna. Realtà dinamica e propositiva, con sindaci gagliardi come quello di Montegranaro che ora ha avviato un piano di sviluppo con una nuova sede in fase di realizzazione. Ora abbiamo campi di addestramento, oltre questo, a Jesi, Visco in Friuli e uno a Tirana”. Che la formazione abbia inizio.