SERVIGLIANO – Quando è arrivata lei, Goia Bartali, si sono alzati tutti in piedi. La festa del ciclismo marchigiano non poteva chiedere di più, avere la figlia del grande campione. Un ciclista che però è andato oltre le gare vinte e le sfide con Coppi. Gino Bartali è un “Giusto tra le nazioni” LEGGI per aver salvato 800 ebrei, perseguitati, a Firenze, tra il 1943 e il 1944. Uno che a Servigliano conoscono bene e spesso ricordano grazie alle attività della Casa della memoria.
Nel corso della cerimonia Gioia Bartali è stata premiata “per il lodevole impegno nel divulgare il ricordo, soprattutto tra i giovani, delle grandissime imprese ciclistiche del nonno Gino e le altrettante grandi e rischiose azioni finalizzate a salvare gli Ebrei che gli hanno assegnato il meritato riconoscimento di Giusto tra le Nazioni”. La memoria del nonno, ha ricordato la nipote, è un esempio per i giovani di oggi sotto tanti punti di vista, sportivi e umani. “È importante conoscere la storia, ma è importante anche saper attingere da essa. Oggi le parole antisemitismo e integrazione sono di assolutissima attualità. Raccontare la storia di Gino Bartali permette ai giovani di avere un esempio di grande valore a cui fare riferimento”. Bartali trasportò i documenti necessari ai perseguitati per espatriare all’interno dei tubolari della sua bicicletta.
Oltre alla parte storica, durante la cerimonia non poteva mancare il presidente della federazione ciclistica italiana, Renato Di Rocco: "Felice che in occasione della presentazione della Tirreno Adriatico il presidente Ceriscioli abbia indicato la bicicletta come cluster per raccontare, in maniera differente, il territorio. Credo che questa sia una regione bellissima, con peculiarità culturali, paesaggistiche e artistiche invidiabili. La bici può rappresentare un’opportunità di grande sviluppo promozionale e turistico per tutte le Marche”. Il presidente Ceriscioli ha detto che “è stato un anno speciale perché abbiamo individuato Vincenzo Nibali come testimonial della nostra regione. Abbiamo identificato le due ruote come elemento che unifica il nostro territorio. Le Marche sono plurali per definizione, è molto difficile trovare qualcosa che tenga tutti uniti. Lo riesce a fare la bicicletta”. Una scelta non solo promozionale, ma basata anche su investimenti nelle ciclovie: “Puntiamo a creare una rete ciclabile regionale di 250 chilometri con oltre 50 milioni di euro. Lo facciamo credendo nello sport, investendo nello sport, associando la nostra immagine alle competizioni sportive ciclistiche più importanti. La Tirreno Adriatico, da questo punto di vista, per noi è un veicolo che ci permette di andare in tutto il mondo e che quest’anno vedrà la partecipazione di Nibali. Tutto quello che ruota attorno alla bicicletta ci interessa per costruire l’idea di una regione vivibile. Le due ruote rappresentano questo: uno sport straordinario, fatto di impegno e sacrificio, di grande popolarità e, nello stesso tempo, una dimensione umana di mobilità dolce, di rispetto per l’ambiente, di sguardo al futuro, oltre che un segmento turistico in grande crescita”.