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"Cultura è pace, inclusione, economia e sorrisi". Pesaro capitale punta al 2033 e brilla con Marcorè VIDEO

11 Gennaio 2025

di Raffaele Vitali

PESARO – Si sorride con Neri Marcorè, si sogna con Matteo Ricci, si lavora con Francesco Acquaroli, si pensa alla realtà con Andrea Biancani. Quattro volti per la cerimonia di chiusura dell’anno come Capitale della cultura che vuole invece essere un rilancio per il 2025 e soprattutto verso il 2033, quando in ballo ci sarà il titolo di capitale europea della cultura.

“Grazie al presidente Sergio Mattarella, grazie a Matteo Ricci che ha lavorato per anni insieme con l’assessore Daniele Vimini per ottenere questo prestigioso riconoscimento” il sindaco Andrea Biancani di ‘grazie’ ne dice tanti, ma l’applauso più lungo alla fine va a chi si è impegnato come volontario, e sono stati oltre 500 i cittadini coinvolti.

I numeri sono lusinghieri: 110mila presenze, visitatori dei musei raddoppiati, 85mila in totale. Le principali novità abbiamo attivato tre tour tematizzati, per più di 250 appuntamenti in sei mesi, affiancati dall’apertura dei luoghi simbolici, da Rocca Costanza al teatro Rossini.

Il dossier viveva su 35 punti e 50 comuni, che per una settimana sono stati ognuno capitale. Il turismo è cresciuto del 30% durante la bassa stagione e in media del 15%. “Speriamo che l’impatto duri nel tempo. Noi nella parola cultura abbiamo inserito inclusione, pace e anche economia”.

Tanto fatto e ora proseguiamo nel 2025 con un cammino di inclusività, guardando al futuro: “Noi vogliamo essere con Urbino capitale europea 2033 e per questo chiedo il sostegno della regione. Pesaro ha dimostrato di saper affrontare sfide importanti” ribadisce il sindaco Biancani.

Cultura libera da ogni ideologia, mai separata dalla vita quotidiana. Un concetto che piace anche a Giancarlo Mazzi, sottosegretario alla Cultura: “Una entusiasmante avventura che oggi condividiamo con Marcorè, ambasciatore di talento e creatività. Si chiude un anno importante e vitale, 12 mesi in cui Pesaro è stato un centro luminoso di diffusione delle arti, ma anche centro tecnologico e multimediale. Questo territorio è la soglia tra l’Adriatico e gli Appennini, avete mostrato a tutti la terra splendida dove sono nati Raffaello e Bramante oltre al genio di Rossini”.

Un ricordo personale Mazzi lo dedica a Mariotti, il padre del Rof, “che mi ha fatto crescere culturalmente”, poi torna all’analisi della Capitale: “La cultura, e la musica ancora di più, è un motore di ricchezza oltre che veicolo di pace. La cultura vale 104 miliardi di euro con la sua filiera, dà lavoro a 1,5 milioni di lavoratori. Abbiamo ottomila biblioteche, 18mila spazi teatrali, 275mila imprese: un settore in crescita, lo dice la Siae. Questo è un soft power che se non spreca risorse diventerà uno strong power”.

Rivendica il supporto a Pesaro: “Il vostro progetto ha garantito 35 azioni in 50 Comuni, avete creato un modello policentrico. La capitale della cultura non finisce oggi, chi lo è diventata, lo resta. Siete più forti e la vostra esperienza guiderà il futuro”.

Chi giocherà un ruolo nel futuro è Francesco Acquaroli. Lo sa e pondera ogni parola, andando a braccio con un solo foglietto in mano con qualche titolo, mostrando grande sicurezza rispetto all’intervento di un anno fa: “Questa è una terra di cultura e di storia che ha saputo credere nelle proprie potenzialità. Questa zona può ambire a palcoscenici importanti, come può farlo la nostra regione. Un anno che è servito a dare consapevolezza su mezzi e strumenti che si possono mettere in campo. C’è un aspetto che mi è piaciuto molto in questo periodo, il gioco di squadra”.

Concetto che merita l’applauso. “E vi dico grazie per questo. Biancani ha parlato di futuro. Credo anche io che questa esperienza non possa essere archiviata. Siamo disponibili a collaborare sulle sfide future, vogliamo far emergere la bellezza del territorio. La cultura ci deve unire, al di là delle appartenenze geografiche e politiche. Ricordiamocelo, abbiamo un grande patrimonio che è di tutti, per ognuno deve essere responsabilità” conclude non chiudendo le porte all’idea della capitale europea, nonostante l’impegno preso con Norcia per una ‘anomala’ candidatura bi-regionale a discapito di Pesaro e Urbino.

Brillante è stata la prefetta Emanuela Saveria Greco: “Sindaco Biancani, io e il questore pensavamo che da oggi ci saremmo riposati un po’. Invece ascoltandola credo che non andrà come immaginato”. Sorridono tutti, ma la voglia dei grandi eventi piace anche a chi ha saputo, durante questo anno, garantire la sicurezza e il corretto svolgimento di ogni evento.

Quegli eventi passati, pensati da Ricci, e quelli che arriveranno: “Abbiamo dedicato la vittoria, era appena scoppiata la guerra, a Karkiv, città Unesco della musica. Un messaggio dedicato a chi sa che senza pace non c’è cultura. Come simbolo scegliemmo il ginko biloba, una pianta antichissima ed è la sopravvissuta alla bomba atomica di Hiroshima. Nei prossimi anni sono in arrivo 300milioni di turisti e siccome le grandi città di cultura e arte sono overtourism, noi abbiamo fatto diventare le Marche una delle realtà più in grado di attrarre turismo culturale” sottolinea l’europarlamentare.

“Le Marche sono piccole ma devono pensare in grande. Ci sono momenti che possono diventare momenti di marketing territoriale. E il brand Capitale della cultura deve essere usato al meglio in vista del 20233: possiamo vincere o perdere, ma il percorso lo dobbiamo preparare” chiosa l’ex sindaco.

Che poi lascia il palco all’unico momento di spettacolo dento una cerimonia ‘lenta’ e troppo legata al resoconto più che al sogno. È il momento di Neri Marcorè che sale con la chitarra, fa sorridere tutti con la canzone ‘Un marchigiano a Londra’ e il suo excursus tra i dialetti della regione, ma poi torna al momento serio (vedi video).

“La forza delle Marche è che ha mantenuto una sua identità, non ha abbandonato la cultura contadino. Una regione meno cementificata. Una regione che attrae per la sua autenticità, ho ideato anni fa RisorgiMarche che è partita come l’obiettivo di richiamare attenzione alla regione dopo il sisma, poi è cresciuto e oggi è diventato un festival di promozione turistica.

Come diceva Ricci, questa è una regione che ha molto da dare. La cultura è una parola che può sembrare vuota, perché va riempita. Cultura, come la vediamo tutti, è avvicinare le persone, ridurre le distanze tra i popoli, togliere di mezzo i pregiudizi, guardarci negli occhi con un’apertura mentale che consente di vedere nell’altro una opportunità e mai un nemico” conclude regalando al pomeriggio pesarese un momento di vera cultura prima del passaggio di consegne con il sindaco di Agrigento, Micciché, che con candida naturalezza ringrazia “perché tanto da questo anno di Pesaro ho potuto prendere e apprendere”.

Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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