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Crisi calzaturiero, la Femca Cisl: "Autunno decisivo. Le aziende stanno resistendo, c'è più solidarietà. Temiamo per le piccole"

30 Luglio 2024

di Raffaele Vitali

FERMO – Francesco Interlenghi e Bianca Belluti sono i due riferimenti per il mondo dei calzaturieri fermani targati Cisl. Crisi da gestire, ma non solo peer il segretario regionale e l’operatrice provinciale di Fermo.

Qual è la situazione del calzaturiero vista dal sindacato?

“Il 2023 è stato un anno particolare. Un primo semestre di  crescita, quasi non sostenibile a livello produttivo. Poi è arrivata la sofferenza, che in fin dei conti è ciclica, direi strutturale. Il secondo semestre è sceso, del resto ormai siamo un terra di terzisti per le griffe. Rallentano i marchi, rallentano le nostre imprese”.

Ma è una crisi così grave?

“Non parlerei di crisi, attraversiamo una riorganizzazione necessaria post Covid. A fronte di tante aziende industriali che hanno ridotto in maniera importante la produzione conto terzi, c’è però la volontà di rilancio. Lo dimostra l’uso della cassa integrazione con causale solidarietà. Quindi lavoriamo meno ma lavoriamo tutti, buon segnale”.

Cosa fa la Femca Cisl in questa fase?

“Noi lavoriamo per il mantenimento dei posti di lavoro, monitorando il settore anche per tutelare i diritti. Per questo plaudiamo al rinnovo del contratto nazionale calzaturiero. E finalmente con cifre di crescita importanti, parliamo di 4100 euro a lavoratore che entreranno in più in due anni e mezzo, parliamo dei quarti livello. Un segnale forte per il settore moda, ora manca solo lo Smi, dove stiamo trattando. Un contratto che non va mai dimenticato vale per le griffe e per le aziende con quindici dipendenti”.

E gli artigiani?

“Abbiamo rinnovato il contratto dell’artigianato, frutto di un grande lavoro insieme con le altre forze sindacali. Questo permette di accrescere i diritti anche i realtà con quattro dipendenti. Anche se abbiamo aziende artigianali con 15 lavoratori per cui è prevista una cassa integrazione speciale. Son già sei le richieste per questo nuovo strumento che permette accordi di solidarietà o di coprire il periodo di Fermo”.

Per i piccoli si può fare di più?

“Il settore artigiano è molto preoccupato. L’ammortizzatore è per un periodo ridotto, dura al massimo sei mesi, mentre c’è una richiesta massiccia nel distretto. Parliamo dei terzisti dei terzisti, ovvero gli ultimi che ripartiranno”.

Soluzioni?

“Nel tavolo della moda regionale speriamo di indirizzare le imprese verso sistemi integrati di gestione che aiutano a reggere meglio la crisi. Lavorare su una filiera produttiva che diventi anche dei diritti è la grande sfida. Dobbiamo lavorare insieme con Filctem e Uiltec”.

Ascoltandola la parola ‘crisi’ sembra più adatta. Non crede?

“Ammetto che siamo molto preoccupati per le micro imprese, l’autunno ci farà capire se la ripresa solleverà le aziende o si arriverà alle temute chiusure. Se finiscono gli ammortizzatori sociali e il lavoro non riparte, il destino è segnato. Nell’industria, ribadisco, al momento non si chiude, c’è ricorso alla solidarietà, strumento che dà tempo per la ripresa, perché se fai la cassa a zero ore è più dura recuperare, le aziende oggi mantengono l’attività è funzionale”.

Scelta di responsabilità?

“Le aziende oggi ‘meno colpevoli’. C’è la geopolitica che impatta. Solidarietà e rinnovo dei contratti sono un bel segnale”. In tempi di crisi ci si forma?

“E’ fondamentale per il ricambio generazionale. Son in corso i programmi a ‘occupazione garantita’. Speriamo che entro i sei mesi di durata le aziende si riprendano, altrimenti inutile parlare di taglio e orlatura, su cui tanto anche con la regione si investe”.

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Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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