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Credito d'imposta, ecco cosa accade. Dal Micam l'assist del Governo. Leo: "Subito i certificati, poi opposizione in tribunale"

19 Settembre 2023

di Raffaele Vitali

MILANO – Il decreto c’è e definisce i soggetti certificatori: il credito d’imposta, come recita l’incontro a Milano promosso da Assocalzaturifici coni vertici della Regione Marche e il viceministro Maurizio Leo, ha la sua soluzione.

“Il tema del credito ricerca e sviluppo tocca tutte le aziende e in particolare il mondo della moda, non solo calzature” ha ribadito in apertura la presidente di Assocalzaturifici, Giovanna Ceolini.  Nel dettaglio entra subito il viceministro Leo che ha curato la nascita dell’albo dei certificatori. “Un decreto che impatta sul futuro” chiarisce.

Una vicenda che ha radici lontane e a quel requisito complicato da verificare. “Questo ha comportato conseguenze pesanti per i contribuenti, da un allungamento dei tempi di accreditamento alla segnalazione alla Procura per chi veniva considerato extra regole. Una misura studiata per le esigenze delle imprese si era rivelata pregiudizievole per i contribuenti”. Da qui una prima azione che oggi il Governo potenzia.

“Non appena ci siamo insediati abbiamo chiarito che se la norma vale per il futuro, bisogna comprendere anche situazioni su cui Guardia di finanza e Agenzia dell’Entrate stanno agendo, ma prima dell’arrivo degli accertamenti.  Ora, attraverso i certificatori che attestano la ‘novità’ del prodotto, si evitano possibili conseguenze penali e tributari. Dal 2015 a oggi attraverso la bollinatura dei certificatori, i contribuenti potranno stare tranquilli che non avranno contestazioni”.

E per chi è già sotto indagine? Il Ministro non ha dubbi: “Non si può chiedere troppo al decreto, ma i legali che seguono le imprese potranno spendersi di fronte al giudice tributario ribadendo che si ha l’attestazione. Sono sicuro che nessun giudice punirà l’azienda, se si è mossa correttamente. Come Governo – conclude Leo – vogliamo migliorare i rapporti tra contribuente e fisco”.

Quello che è evidente è che nessuno vuole creare disparità di diritto. Ipotesi proroghe rispetto al 30 novembre, data ultima per i pagamenti, viste le pratiche burocratiche per rendere il decreto operativo? Su questo il Ministro non dà garanzie, ma lascia la porta aperta: “Gli uffici potranno valutare, ma al momento non ci stiamo muovendo in questa direzione. Ma esamineremo la questione”.

Importante sarebbe, come ricorda il commercialista che ha seguito come esperto la delegazione marchigiana e sta supportando Assocalzaturifici, Fabrizio Dominici, che le associazioni si muovessero insieme. “Andare a Roma, di nuovo, con una voce sola rafforzerebbe la richiesta. Soprattutto di fronte a un Governo che vuole risolvere la questione nel mondo migliore per le imprese”.

Quel che è certo, è che “il decreto farà chiarezza anche tra chi ha esposto il credito in maniera ‘genuina’ e chi ha usato metodi non condivisibili”. Quindi, cosa fare il 30 novembre? “Il consiglio è resistere di fronte a uno Stato che rimangia ciò che ha scritto. Dal 2016 a oggi sono stati fatti tanti provvedimenti contrastanti. La norma invece è sempre una e all’epoca si poteva. Io impugnerei, un modo per rimediare in attesa dell’albo che sarà definito nel giro di tre-quattro mesi”.

Ma non solo. “Chiederei a chi ha aiutato l’impresa nella fase di definizione su cosa inserire come azione di ricerca e sviluppo per il credito d’imposta, di iscriversi  al nuovo albo. I giudici nell’80% dei casi a oggi hanno sempre accolto i ricorsi delle imprese, perché norma scritta male, applicazioni non corrette, obbligatorietà di un parere del Mise. Quindi, resistere e impugnare” ribadisce Dominici che ricorda come non sia colpita solo la moda, ma ogni settore.

Una delle domande che si pongono gli imprenditori, pochi quelli presenti all’incontro ma ci penserà Assocalzaturifici ad aggiornarli, oltre che per i marchigiani Regione, Camera di Commercio e Svem che hanno giocato da protagoniste, è sui costi di certificazione. “Il decreto prevede i requisiti per diventare certificatori, non il prezzo. Non c’è una tariffa, ci sarà l’accordo sul mercato. Chiaramente il costo sarà sempre molto vantaggioso rispetto a una restituzione integrale. E poi chi lo sosterrà è perché sa di essersi mosso nella correttezza”.

Soddisfatto quindi il governatore Francesco Acquaroli, collegato da Ancona: “Il mio è un grazie. Questa è una battaglia su cui da tempo eravamo impegnati. Una situazione che creava incertezza e toglieva serenità alle imprese. I vari incontri con il Ministero hanno definito le regole che possono dare certezze di lavoro alle categorie”.

Aggiunge il presidente Sabatini: “Non c’erano certezze. Grazie all’aiuto di alcun imprenditori, grazie a un’azione comune delle associazioni di categoria, grazie ad Annarita Pilotti e Andrea Santori, presidente Svem, con Acquaroli e Albano siamo arrivati dal ministro e abbiamo fatto sentire il peso dell’economia marchigiana. Un settore che ha numeri importanti. Su indicazione di Santori ci è stato promesso che si occuperà anche della deducibilità degli interessi passivi”.

Buone nuove quindi. Con la chiosa finale dell’esperto di ricerca e sviluppo Dominici: “Speravo venisse prorogata la data del 30 novembre. Non fatevi intimorire. Se la ricerca e sviluppo l’ho fatta in maniera corretta, al massimo sarò sanzionato  per il 30%. Ma in realtà il diritto tributario prevede una norma ‘che se non c’è chiarezza’, ed è questo il caso tra campioni e modelli, si è in regola”.

Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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