ANCONA – Si parla di credito, di risorse, di programmazione europea 2021/2027. All’interno di questo macro mondo da un miliardo di euro, ci sono risorse per agevolare le imprese anche per l’acceso al credito di Pmi e lavoratori autonomi. È nato il Fondo Credito Futuro organizzato su più bandi, dotazione da 91 milioni di euro. Di questi 28 milioni di euro subito, con il primo bando da 20 milioni che uscirà a gennaio, un altro da 21 entro fine anno, insieme con uno da 10 milioni per creazione di nuove imprese e un altro da 10 per l’agricoltura.
“Abbiamo trovato il gestore a cui affidarci per rendere tutto più operativo: una Rete temporanea di imprese, ‘Credito futuro Marche’. Capofila è Unico insieme con Artigiancassa e Confidi Coop” spiega l’assessore al Bilancio, Goffredo Brandoni. A settembre è stato siglato l’accordo quadro, tutto è stato fatto in tempi rapidi per non perdere tempo e aiutare davvero chi stenta.
“Noi aiutiamo le imprese e i lavoratori autonomi pagando le garanzie, pagando il tasso di interesse fino al 4% e in più diamo fino a 5mila euro per coprire i costi tecnici della garanzia” precisa l’assessore, superando così uno dei vincoli che solitamente blocca gli imprenditori. “A questo aggiungiamo l’aiuto tecnico della Svem guidata dal presidente Santori, che sarà il vero supporto”.
Chi incassa è l’assessorato di Andrea Maria Antonini: “Negli incontri durante gli ultimi mesi dei fondi Por, Fesr e altri, la richiesta di accesso al credito è al primo posto come esigenza. Le imprese ormai hanno difficoltà anche a livello di servizio, quando si parla di credito, oltre che difficoltà nell’ottenerlo. A questo come sempre si abbina la semplificazione”.
Agire sui tassi di interesse, supportare le garanzie, dare risposte immediate a livello di liquidità e panificare bandi efficaci: ecco il poker che la regione lascia sul tavolo del sistema economico. Che ha saputo fare squadra dietro Paolo Marini, che oltre al Confidi Unico ora guiderà ‘Credito Futuro Marche’. “I 91 milioni diventano un moltiplicatore che si presuppone tra se i e dici volte superiore” precisano i politici.
Il ruolo della Svem lo chiarisce Andrea Santori: “Un compito importante il nostro, di vigilanza sull’attività. Come regione, lo sanno bene i dirigenti, abbiamo il compito di rendicontare tutta l’attività che la rete d’impresa farà, per non disperdere i fondi. I 91 milioni di euro arrivati dall’Europa sono merito della Regione che ha cofinanziato l’iniziativa. Il nostro sistema informatico collaborerà con quello di Credito Marche per valutare migliorie”.
Infatti, se i bandi si dovessero dimostrare complessi o inefficaci, compito della Svem è anche quello di presentare modifiche: “in questo modo non arriveremo in chiusura di programmazione in affanno, perché avremo bandi efficienti”.
Che servisse questo fondo lo dice chiaramente Paolo Mariani: “Stiamo presentando una rivoluzione epocale. In primis la piattaforma che innova completamente il passato, digitalizzando il processo dei bandi e consentendo a imprese, commercialisti, privati e banche di interloquire con la regione e la Svem stando in ufficio, verificando così anche la propria posizione in graduatoria”.
Il direttore di Unico, che da sempre ha combattuto in favore della Legge 13 regionale sul credito, questa volta plaude con forza: “Negli anni la legge 13 ha stimolato 414 milioni di investimenti bancari e supportato 6555 imprese. Oggi alziamo il tiro, aggiungendo anche premialità maggiori per favorire imprenditoria femminile, start up, attività nei borghi e nelle aree colpite da sisma e alluvione. La Regione ha deciso di premiare in termini economici le imprese che si trovano in situazioni più disagiate, cogliendo esigenze che quando la legge 13 è nata non c’erano”.
La chiosa finale è del presidente della regione, Francesco Acquaroli: “Il 10% della nostra programmazione europea è in questa azione. Una programmazione che è nata con Castelli e Carloni e oggi è rafforzata da Brandoni e Antonini: Avevamo capito le difficoltà che le imprese avrebbero avuto a causa dell’instabilità e dell’aumento dei costi energetici e delle materie prime. Oggi la scelta di supporto arriva a determinazione coni primi venti milioni di euro intervenendo sul costo del denaro, che è schizzato diversamente dall’inizio della nostra amministrazione. E poi c’è il tema delle garanzie che occa chi ha una bassa patrimonializzazione”.
Ci crede il governatore: “Noi togliamo risorse da altre misure, perché siamo convinti che questa azione avrà un effetto leva. L’inflazione cresce, un conto è poter usare risorse oggi, un altro tra cinque anni. 100milioni di euro oggi sono maggiori rispetto a quello che avremo in futuro”.