di Raffaele Vitali
FERMO – “Emergenza che sta diventando ordinarietà. I numeri sono importanti e cominciano a condizionare anche l’organizzazione” è chiaro Licio Livini, direttore generale dell’Asur 4. “Il sistema è di nuovo in fase di cambiamento, si modificano i ritmi di lavoro e le risposte che possiamo dare” prosegue.
Ogni giorno la sanità si adatta. “Momenti a volte disorientanti, in particolare per i cittadini. Inutile dirlo, ma siamo preoccupati. Ci sentiamo addosso la responsabilità di dover dare la normalità alla comunità. Non possiamo rimettere a rischio la quotidianità, quindi vanno garantite scuole, lavoro, attività sociali”.
I PROBLEMI CON IL SISTEMA SCOLASTICO
Il direttore è conscio del ruolo che la sanità ricopre, ma il richiamo è per tutti: “Il sistema di vita è collettivo, il singolo può incidere. La sanità ha compiti istituzionali, poi c’è tutto il resto della vita quotidiana”. Un messaggio è per la scuola: “Servono procedure e sostegni forti. Arrivano grida di aiuto, le scuole sono disorientate, non sanno come rispondere. Abbiamo chiesto all’Usr i numeri, abbiamo bisogno di avere un quadro chiaro di studenti, insegnanti, personale. Altrimenti è complesso anche calcolare la curva epidemiologica. Noi garantiamo vicinanza e risposte, con i tamponi puntuali, ma è evidente che non basta, perché altrimenti le richieste di presidi e famiglie non sarebbero continue. Serve un sistema più organizzato”.
Al momento c’è un migliaio di studenti in quarantena. Ma quanto questo incida sulla popolazione scolastica l’Asur 4 non lo sa: “Abbiamo chiesto a un esperto di statistica di provare a inquadrare il fenomeno, ma deve essere l’Ufficio scolastico a fornire le informazioni migliori. Abbiamo parlato troppo di banchi con rotelle durante l’estate”.
SCUOLE E QUARANTENE
“Una quarantena a scuola è legata all’indagine epidemiologica sui contatti stretti, per cui servono elementi certi forniti dalla scuola” precisa il dottor Scialè, direttore del distretto unico. “Nel caso di classi in quarantena asintomatiche si sta valutando di evitare tamponi, ma di far trascorrere solo i dieci giorni previsti dal nuovo Dpcm. In questo modo si sgravano i pediatri, che a oggi richiedono il 60% dei tamponi. La regione sta valutando questa possibilità”. Nel mentre si sta valutando di separare i Ddt, creandone uno solo per i pediatri potendo usare i test antigienici: “L’ha sdoganato la circolare ministeriale del dottor Rezza, ha una validità superiore al 90%”.
Livini aggiunge: “Cosa chiede il sistema è semplice: capire come sta la popolazione o agire a spot? O cambiamo la strumentazione che ci permetta di esaminare 4mila tamponi, e quindi ci diamo come indicazione la mappatura totale e l’individuazione di ogni focolaio, o si prosegue con le iniziative locali, con la capacità di ognuno di attivarsi con l propria fantasia. Ma questo con numeri contenuti”.
SOLUZIONI POSSIBILI
Si attendono indicazioni chiare per affrontare l’ordinario che ancora si vuole presentare come straordinario. “Un primo suggerimento? Ripristiniamo il medico scolastico. Serve un riferimento diretto che capisca il linguaggio sanitario e sia in grado di dare le informazioni giuste per tranquillare le famiglie, le insegnanti e il dirigente che deve garantire tutti. A questo aggiungiamo test rapidissimi, così diamo prime risposte. Ma dirlo oggi è quasi incredibile, considerando che abbiamo avuto tre mesi estivi per organizzarci. Ma il ‘tanto il virus torna’ non ha portato ad azioni mirate”. Tutto questo con una certezza: le scuole vanno lasciate aperte.
TAMPONI A RAFFICA
Ultimi quattro giorni effettuati 1400 tamponi, circa 350 al giorno esaminati allo Zooprofilattico e sono emersi 102 positivi, una incidenza della positività del 5% includendo i 150 tamponi al giorno processati dal nostro laboratorio interno. In meno di un mese siamo passati da 200 a 500 al giorno e abbiamo ancora margini di crescita.
I NUMERI
I ricoveri sono 31: 10 sono di area vasta 4, 15 dell’area vasta 5, tre di area vasta 3 e 3 di fuori regione. dieci sono i critici, gli altri in condizioni discrete. Un defunto ieri sera, un 80enne di Casalgrande (RE). Al momento sono 890 quelli in isolamento domiciliare, 96 asintomatici.