FERMO – Un +0,3% è sempre meglio di un dato negativo. Questa è la realtà: le imprese delle Marche resistono e hanno voglia di vivere. “Il settore costruzioni fa da traino, ma – spiega il presidente della Camera di Commercio delle Marche, Gino Sabatini – è il clima che sta cambiando, c’è positività. Pensiamo davvero che a fine anno la crescita del Pil delle Marche possa essere vicina al 4%”.
Tra le ragioni della ripresa, una ritrovata sintonia tra pubblico e privato: “Un rimbalzo dopo i mesi del lockdown che ora dobbiamo trasformare in un ciclo di crescita” ribadisce. Entrando nei numeri, le imprese attive nelle Marche sono 146.472, il +0.3% rispetto al 2020.
Lascia il segno meno la provincia di Ancona (con 38.982 imprese in totale) che è quella più impattante, cresce dell’1% Ascoli Piceno (20.896 imprese) stabili Pesaro/Urbino (34.346) Fermo (con 18.246 imprese) e Macerata (34.002).
“Benché i settori principali di manifattura, agricoltura e commercio segnino ancora il passo, ci sono comunque comparti marchigiani che registrano una buona crescita e un trend di miglioramento: alloggio e ristorazione (10.044 imprese attive, + 2,8%) , attività immobiliari (7481 imprese attive, +3,2%), costruzioni (19.834 imprese con una crescita 0,75), servizi di informazione e comunicazione (2978, crescita + 3,1%), attività professionali tecniche e scientifiche (5.565, + 3,3%)” riprende il presidente.
Ancona è trainata da alloggio e ristorazione che chiude i primi sei mesi del 2021 con un netto +3%, mentre a Fermo è l’edilizia a far dimenticare, per qualche istante la difficoltà della moda. Stessa sorte per Macerata e il suo +4% nelle costruzioni.