MILANO – “Un territorio che presenta ben tre aree di crisi. E con un mercato anch'esso in crisi. Per uscire dall’impasse dobbiamo fare sistema, serve un patto tra di noi”. Va riconosciuto il coraggio alla sottosegretaria Alessia Morani. La politica marchigiana che ha riportato la piccola regione al Governo dopo decenni si è messa in gioco. Un gioco impegnativo, uno speed date economico, con un susseguirsi di input, critiche, proposte e richieste avanzato da imprenditori e referenti delle associazioni. Tutti chiamati da Gino Sabatini, il presidente camerale che parla poco e agisce: “Gli imprenditori cercano risposte immediate. Attendono lo choc economico, di certo fiscale”.
La parola tempo torna spesso. Nelle parole di Salina Ferretti: “Tempi inaccettabili e mortificanti della giustizia. Tempi infiniti per avere infrastrutture degne, non c’è un treno diretto per Milano”. Nelle parole di Moira Canigola, pacata e diretta come nessun altro: “Pensiamo all’area di crisi che oggi è a un passo dalla firma del Prri, entro i primi di marzo chiuderemo. Il lavoro è partito nel 2017 e ha attraversato 4 governi. Tempistica lunga, che non ha fatto altro che acuire la crisi per un territorio che ha bisogno anche di ammortizzatori sociali”. Nelle parole di Alessandro Migliore, direttore Cna Fermo: “L’area di crisi è stata riconosciuta più tardi nelle Marche rispetto ad altri territori. Recuperiamo tempo e acceleriamo. Attenzione doverosa”.
L’altro tema che diventa un filo conduttore è il costo del lavoro. Lo è per Valentino Fenni, presidente dei calzaturieri di Confindustria: “È in cima alle priorità. Poi ciato che ci si chiede anche a noi qualcosa, un esame di coscienza. Fare più squadre e più gruppo è un passaggio fondamentale. ma le reti di impresa sono un percorso lungo, a noi serve un’azione oggi”.
Anche perché le reti di impresa, e quindi le dimensioni delle imprese, non sono per tutti un problema. Come spiega Moira Amaranti, presidente Confartigianato: “La dimensione non è un problema anzi è flessibilità. I problemi degli artigiani sono gli stessi degli altri. siamo qui a parlare di crisi come se fosse arrivata ora, mentre dura da anni ed è strutturale. Tanto che le imprese si sono attrezzate per affrontarla. Il punto vero è che non possiamo, come comparto, essere in balia di crisi politiche estere. Dobbiamo poter avere alternative reali e tutto parte dal prezzo, perché se diventiamo competitivi in questo campo non ce ne è per nessuno. Vogliamo tornare ad essere i numeri uno”.
Magari con l’aiuto dell’azienda speciale della moda come si augura Giacomo Bramucci della Confcommercio. La politica promette e garantisce aiuti. Cominciando dalla Regione, rappresentata a Milano da Francesco Giacinti: “Abbiamo chiesto di inserire le infrastrutture, abbiamo chiesto un impegno preciso. Si parla tanto di creare un brand per l’area calzaturiera, intanto abbiamo dato alle Marche il loro posto, tanto che la Lonely Planet ci ha inserito come seconda regione al mondo da visitare”.
Ma alla fine, tutti attendono lei, la sottosegretaria che si è sottoposta all’infinito speed date economico. E la Morani (video) tocca numerosi punti. Partendo da un numero: 500 milioni. “Sono i soldi che il Governo ha destinato all’abbassamento del cuneo fiscale. Solo che dobbiamo accelerare. Da una sfortuna globale, il coronavirus, può nascere una opportunità. La proposta Melchiorri: utile, senza dubbio, ma non risolutiva. Servono interventi strutturali. Dirò a Patuanelli di riservare una parte dei 500 milioni al comparto moda”.
Per essere sicura di ottenerli, il piano della Morani è di chiederli per la tutela del made in Italy, quindi alla filiera completa della moda, elemento che aiuterebbe anche davvero chi produce nel distretto. E poi ci sono oltre ai 30milioni dell’area di crisi, i 60 destinati alle zone terremotate. E non ai comuni del cratere, ma ai territori provinciali, quindi il distretto calzaturiero ci rientra eccome”. Passaggio finale per gli ammortizzatori: Stiamo lavorando con i tecnici per trasformare le mobilità in altro, in modo da garantire i lavoratori. Non facile, ma l’impegno è massimo. Come deve esserlo per le imprese che devono investire in manager, le famiglie hanno fatto grandi cose, ma non basta più. se non ora quando? Basta con questa domanda, questo è il momento di agire”.
Sapendo di contare anche sul nuovo presidente di Ali, Nazareno Franchellucci, che arrivato come sindaco di porto Sant’Elpidio, ha commentato come referente regionale dell’associazione guidata a livello nazionale dal collega Matteo Ricci: “È arrivato certamente il momento che molte delle istanze vengano ascoltate e vadano a compimento». «L'importante strumento dell'area di crisi complessa è certamente una grande conquista, ma ora gli imprenditori chiedono risorse e tempi certi per affrontare l'immediato futuro. Queste e altre le richieste da portare al tavolo del Governo dove, tra le più importanti tematiche, gli imprenditori chiedono misure fiscali che permettano in maniera straordinaria di abbattere il costo del lavoro, vero tallone d'Achille e principale handicap della nostra competitività”.
Raffaele Vitali