di Chiara Fermani
Di questo periodo sono tante le parole che ricorderemo, ma non tutte brutte come ‘pandemia’. Ce n'è una che ho sentito spesso questa settimana parlando con un amico, ed è bella, autentica, rassicurante. Questa parola è “riscoperta”.
In fondo, abbiamo tanti difetti, ma siamo anche un popolo di creativi e ingegnosi, che in questo tempo, quasi sospeso e non troppo gentilmente offerto, sta riscoprendo le proprie passioni e ha tempo per coltivarle. Basta aprire i social per notarlo, l'home made sta spopolando, vuoi per necessità, vuoi per impegnare le giornate.
Le bacheche di Facebook sono piene di pasta fatta in casa, pane, dolci, pizza, cocktail, ma anche lezioni di yoga e di fitness, video party degli amici dj, quadri, disegni e giardini curati a regola d'arte. Seneca diceva: “Non è che abbiamo poco tempo, è che ne perdiamo molto”.
Parole che in questi giorni sembrano avere più risonanza che mai. Se riuscissimo per un attimo a non pensare all'emergenza che stiamo vivendo, sono certa che un giorno potremmo anche rimpiangere questi giorni che, se ci pensate bene, non sono mai uguali e tra un cappelletto e una torta di mele è già passata una settimana. Purtroppo non siamo noi i padroni di questo tempo, che negli ospedali scorre inesorabilmente e a chi sta a casa sembra infinito. Forse ci ricorderemo solo le parole brutte, forse dimenticheremo presto il piacere della “riscoperta”, ma ci sono odori e sapori che ci accompagnano per tutta la vita, facciamo in modo che l'odore che ci rimarrà di questo periodo sia quello del pane fatto in casa, appena sfornato. Facciamo in modo di ricordare questo momento come: “quella volta che ho fatto la pasta in casa per la prima volta”.