FERMO – Locali e piazze piene, nonostante gli appelli alla riduzione dei movimenti, a evitare gli assembramenti. Appelli diventai ora norme con il nuovo decreto del Governo. Cosa può fare una amministrazione? “In primis appellarsi al buon senso. Cercare di far capire ai ragazzi e alle famiglie il comportamento da tenere in questa situazione di emergenza”. Ma questo non basta, lo sa bene Paolo Calcinaro, e come lui i colleghi Nazareno Franchellucci e Nicola Loira, che oggi, senza mettersi d’accordo, hanno lanciato lo stesso messaggio a persone ed esercenti: limitare assembramenti, rispettare distanze, ridurre i rischi. "Evitiamo i locali, un sacrificio comune per poi tornare a vivere serenamente ogni giorno".
Serve di più, Calcinaro lo sottolinea con forza: “Non sarebbe sbagliato se venissero decise norme stringenti per tutti. il sacrificio comune è l’unica strada. Poi lo Stato deve pensare a come supplire economicamente”.
La gente continua a non percepire il pericolo, ma solo questa mattina ci sono stati altri quattro morti nel pesarese da Coronavirus. “Quello che possiamo fare è controllare i locali. Ma non solo ristoranti e bar, anche gli esercizi commerciali e di servizi devono mantenere le distanze”. Quindi: “Spetta a tutti di contingentare le entrate. Se serviranno le sanzioni, le useremo, le prevede il decreto. Ma un ruolo chiave lo devono avere le famiglie, soprattutto per i giovani. Poi per quanto mi riguarda le pattuglie dei vigili gireranno e sono sicuro che sarà così anche per quelle delle forze dell’ordine”.
Che senza scuole non sanno dove andare. “Possono ritrovarsi anche in due o tre, non per forza i venti. Ci vuole attenzione”. Anche perché ancora il livello di emergenza non è al massimo. I casi sono pochi rispetto al nord della regione, ma tutto potrebbe cambiare velocemente: “Misure restrittive complicano la vita a tutti. Ma sono l’unica via. Pensiamo ai ristoranti, ma ci sono gli asili nido, in primis quelli privati. Stiamo pensando di aiutarli, magari sulla Tari, solo che gli interventi devono essere altri, dal Governo”.
Raffaele Vitali