FERMO – Giornata calda e di sole, in tutta Italia. Ma la risposta dei cittadini fermani è buona. Funzionano i richiami dei sindaci, l’ultimo quello del primo cittadino di Ascoli Piceno che in maniera chiara ha detto ‘vi vengo a prendere uno per uno e vi riporto a casa dopo avervi sanzionato’. Ma a livello italiano l’allarme cresce, “serve più responsabilità individuale”, per cui bisogna restare in casa.
Il bollettino giornaliero della Protezione Civile parte dal dato positivo: il numero di pazienti in terapia intensiva diminuisce di 74 persone. “È la prima volta che abbiamo un dato di questo tipo” sottolinea Angelo Borrelli, che sottolinea l’arrivo di 20 medici ucraini tra Pesaro e Urbino, “per supportare le Marche”. Sono 29mila le persone con sintomi, mentre 55mila il 63% del totale è in isolamento senza sintomi. Ma ci son anche 681 nuovi deceduti. In totale 124mila i casi accertati con un aumento del 4,01%. “Facciamo tanti tamponi in Italia, qualche volta l’impressione è che ne facciamo pochi, e invece sono più di 650mila. I numeri dei contagi ancora sono alti, anche per contagi interfamiliari e Rsa, per questo è cruciale rispettare i comportamenti” riprende il professor Locatelli, Css, che ha il compito di abbassare i toni incoraggianti: “Bene il calo di accessi nelle terapie intensive, ma parto con due note di pietas umana. Parto ricordando che è morto un servitore dello Stato, uno degli uomini della scorta del presidente Conte. È un’altra di quelle categorie che per tutelare la salute degli italiani, le forze dell’orine giocano un ruolo chiave, ha perso la sua vita”.
Un inizio anomalo per il presidente del Consiglio superiore della sanità, ma serve per far capire che bisogna rispettare le regole. “E poi – entrando nel vivo del taglio scientifico – riprendo quanto affermato dal ministro Speranza e dal commissario Curi, bisogna rispettare le norme di distanziamento sociale, strategia più efficace contro la diffusione del Coronavirus. Impegniamoci e onoriamo chi perde la vita”.
Dal 27 di marzo a oggi, in un arco di nove giorni, da 120 accessi nelle terapie intensive a un saldo negativo di 74. E anche i deceduti si è ridotto dai 970 del 27 di marzo (crescevano del 12%) ai 680 attuali (crescita del 5%): “Però, ancora una volta, valga il messaggio forte che non può essere letto come un superamento della fase critica. Non abbiamo scampato nulla. È solo la dimostrazione che quanto messo in atto è servito per contenere la diffusione e ridurre il numero delle vittime e di chi deve ricorrere alla rianimazione”.
Per Locatelli poi un passaggio sugli studi clinici: “Abbiamo valutato 53 proposte di studi clinici, otto di questi sono stati approvati e ora è iniziato il reclutamento dei pazienti”. E le mascherine? Locatelli non si tira indietro e snocciola dati anche qui: “Nessuno vuole penalizzare la produzione delle mascherine, l’Iss ha analizzato più di 250 proposte e 73 sono già state approvate per avviare la produzione e due già l’autorizzazione per l'immissione in commercio”. Il blocco sta funzionando, il lock down ha salvato almeno 30mila vite, secondo uno studio.
L’obiettivo resta R con 0, l’indice di contagio, ora siamo a R con 1.” Noi vogliamo andare oltre, vogliamo andare sotto l’uno per avere l’evidenza che la diffusione epidemica del Paese si è quantomeno arrestata, come incremento giornaliero. Merito delle regioni centrali e meridionali con la capacità del sistema sanitario di contenere la crescita del numero di soggetti infetti e necessitano delle terapie intensive. E non era scontato. Per alcuni mesi dovremo convivere con questa infezione, con i malati. L’obiettivo è ridurne il numero e ogni politica che ci sarà dovrà pensare a far ripartire la ripresa economica dell’Italia seguendo i dati quotidiani”.
La Lombardia ha deciso che fino al 13 chi deve uscire deve farlo con la mascherina, ma il board tecnico scientifico non avvalla la linea: “Non uso la mascherina rispettando le regole del distanziamento sociale, è importante se non si rispettano le distanze” ribadisce Borrelli, ma Locatelli aggiunge: “C’è grande dibattito anche dentro la comunità scientifica. Non ci sono evidenze per quel che riguarda la trasmissione, ma una quota di asintomatici infettanti c’è. Può essere utile, ma la regola è il distanziamento sociale. Non abbiamo ancora dato come indicazione l’uso per ogni uscita”.
@raffaelevitali