Parla il direttore generale della Fermana.
di Raffaele Vitali
FERMO - Il calcio tra stop e porte chiuse. Non facile organizzarsi, non facile gestire una società, non facile anche se ti chiami Fermana.
Direttore Fabio Massimo Conti, come vi siete organizzati?
“Questa è una situazione particolare che sta cambiando le abitudini di ogni persona. Di fronte a un’emergenza del genere, tuto passa in secondo piano, incluso lo sport. Situazione che va affrontata con la massima prudenza, seguendo le indicazioni che ci vengono dall’alto”.
Come garantite gli ambienti sani?
“Tra domani e lunedì sanificati tutti gli ambienti di gestione, dallo stadio Recchioni agli uffici passando per gli spogliatoi della Cops. Speriamo che le altre società sportive facciano lo stesso. Non c’è stato un vero e proprio obbligo, la nostra è una iniziativa per tutelare anche i dipendenti. Abbiamo preso prodotti più potenti per agire sui batteri. Abbiamo alzato la qualità della prevenzione. Ci si cambia in spogliatoi differenti per evitare la vicinanza e allenamenti a porte chiuse”.
Porte chiuse anche per il campionato, cosa ne pensa?
“Il sale di questo sport sono i tifosi con i loro cori, con il colore, con la presenza. Gli ultras sono la cosa più bella, la cornice dello spettacolo. È triste giocare a porte chiuse, scelta che avrà conseguenze molto gravi per ogni società”.
Teme per i conti?
“Non avremo per sei partite alcun tipo di introito dai botteghini con gravissimi danni per le entrate societarie. Soprattutto per quelle più piccole, come la nostra. Bloccata anche la ricerca sponsor, chi vorrebbe entrare in un mondo senza visibilità?”.
Chi compensa i mancati introiti. State ragionando su forme di sostegno?
“Sono contento che la LegaPro si sia fatta trovare pronta e da ieri stiamo parlando di questa problematica. Abbiamo presentato alcune istanze sulle criticità. Siamo in buone mani. Già la sostenibilità delle squadre in C è complessa Ora dovendo affrontare questo quadro, come minimo servono agevolazioni fiscali”.
Lei sarebbe favorevole allo stop totale del campionato?
“Una voce che per la serie A era circolata era lo stop totale fino al 3 aprile. Ma se poi la situazione peggiora? Parlando di salute e cittadini da proteggere, io penso anche ad arbitri, giocatori, operatori sanitari, forze dell’ordine, dirigenti e giornalisti. Come si fa a stare a un metro di distanza, in campo che facciamo? Ci auguriamo di no, ma se spunta un giocatore positivo, come ci si muove? Quella squadra minimo perde un mese. Una situazione difficile. Vedremo che accade da qui al 3 aprile”.
Ghirelli e Gravina sono le persone giuste per trattare col Governo per aiuti?
“Trattano per noi, ci fidiamo e li abbiamo scelti. Tutto il sistema calcio deve restare compatto. Personalmente so quanto valgano, avendo lavorato all’interno di società di calcio. Sono due che sanno cosa significa stare dall’altra parte della scrivania. Serve con urgenza un aiuto”.
Stupito dal silenzio dell’Associazione italiana calciatori?
“Mi ha meravigliato molto. Sono sempre attenti. Noi abbiamo sospeso l’attività giovanile perché sono quasi tuti ragazzi che vanno a scuola. Però anche i calciatori possono prenderli. Di certo è starno che sia rimasto in silenzio”.