FERMO – Copie d’autore? Chissà, la risposta la darà la storia. Di certo, chi entra oggi nella sala dei legni della Pinacoteca di Fermo, trova una serie di opere nate all’interno del Laboratorio della Figurazione guidato dalle docenti Natalia Mignini e Lucia Postacchini, “un luogo fucina di giovani talenti che riescono eccezionalmente nelle varie tecniche ad appropriarsi di stili e linguaggi formali del passato per nutrire la loro personale creatività artistica tutta proiettata nel futuro” spiega Nunzio Giustozzi, professore e curatore di mostre a livello nazionale.
La mostra Un martirio a passo di danza permette, “con la dovuta riverenza”, permette di ammirare al fianco delle otto tavole con le Storie di Santa Lucia di Jacobello del Fiore, realizzate in epoca tardogotica, le copie realizzate dagli studenti del quarto anno dell’indirizzo Arti Figurative del Liceo Caro Preziotti Licini.
“Lo studio del patrimonio artistico del territorio – spiega Giustozzi – è un perno della formazione dell’Artistico di Fermo, anche grazie al supporto di figure come quella del restauratore Giacomo Maranesi, anche lui ex allievo”. L’ultimo intervento di Maranesi ha permesso l’accurato intervento su manufatti lignei dipinti che sono stati trasposti per la prima volta in grandi miniature realizzate a pastello e doratura su carta pergamena.
“Con mano ispirata e tocchi diversi, intensi o più delicati e calligrafici (a tradire le singole individualità degli autori dotati di una sensibilità cromatica ormai matura) prendono vita il praticello fitto di tenere erbette, morbido come un tappeto, il pugnale che affonda nella gola della santa, splendida nella sua veste come una principessa, brandito dal carnefice in punta di piedi e leggiadro come in una corte d’amore” racconta Giustozzi presentando le opere degli alunni.
Ci sono edifici che germogliano tra guglie e pinnacoli all’interno di uno spazio fantastico. “E poi – prosegue - i personaggi, abbigliati all’ultima moda dai colori sgargianti, si muovono con eleganza, senza peso, sospesi sull’erba che non calpestano, legati gli uni agli altri dal ritmo cui rispondono anche le rocce sullo sfondo come fossero animate e avessero vita propria all’interno della fiaba”.
Un’esperienza altamente formativa che ha profonde radici nella storia, perché, come conclude Giustozzi, “è fondamentale nutrirsi del passato per dare sfogo alla propria creatività. Così hanno fatto d’altronde, copiando nei musei, i più grandi Maestri di ogni tempo”.