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Copagri, la ricetta di Silvestri per l'agricoltura: "Dobbiamo attirare i giovani, aumentare i ricavi e credere nelle filiere"

12 Marzo 2025

di Raffaele Vitali

PEDASO – Gian Luigi Silvestri, neo presidente di Copagri Marche, porta con sé un bagaglio di esperienze che spaziano dal settore agricolo alla ristorazione, passando per il servizio nell’Arma dei carabinieri. A 49 anni, originario del reatino, si divide tra Pedaso, dove risiede, e Montemonaco, dove ha sviluppato una profonda conoscenza dell’agricoltura di montagna. Un percorso che lo ha portato oggi alla guida della Confederazione dei Produttori Agricoli con l’obiettivo di rafforzare il settore e tutelare le aziende.

“La mia esperienza nell’azienda agricola Il Tiglio di Enrico Mazzaroni – racconta – mi ha permesso di comprendere l’importanza della filiera e del legame con il territorio. A Montemonaco gestiamo una piccola azienda di montagna che con i suoi ettari coltivati copre il 70% delle esigenze del ristorante (che ha ottenuto la Stella Michelin, ndr), il resto arriva da piccole aziende locali. È la dimostrazione di come l’agricoltura sia un pilastro per l’economia e la qualità del nostro cibo”.

Presidente Silvestri, quale è il ruolo della Copagri?

“Copagri è una realtà consolidata che tutela e rappresenta le aziende agricole, con particolare attenzione ai giovani, alle aree interne e alla redditività delle imprese. Copagri Marche, con oltre 5.000 aziende rappresentante e sedi in tutte le province delle Marche (a Fermo la sede è all’interno del seminario), è certamente tra le organizzazioni una delle più attive. Offriamo assistenza tecnica, supporto burocratico e consulenze su contributi e finanziamenti”.

Perché un’azienda dovrebbe rivolgersi a voi?

“Perché siamo un punto di riferimento radicato nel territorio. Oltre a tutelare gli agricoltori nelle sedi istituzionali, stiamo ampliando il nostro raggio d’azione a settori strategici come la pesca e l’apicoltura, due comparti fondamentali per l’ecosistema e l’economia regionale. La tutela della produzione di miele, ad esempio, deve diventare una priorità per garantire qualità e autenticità al consumatore”.

Uno dei problemi è il ricambio generazionale. Quanto è complesso per le piccole aziende?

“L’agricoltura fatica ad attrarre i giovani perché manca sicurezza economica. Chi vuole iniziare da zero si scontra con costi elevati e margini di guadagno bassi. Un litro di latte viene pagato tra i 29 e i 33 centesimi: servono numeri importanti per ricavare uno stipendio dignitoso. Ci sono esempi di successo, come l’Angolo di Paradiso ad Amandola, ma in genere è difficile senza il giusto supporto”.

Quali soluzioni servirebbero?

“Non basta un contributo iniziale di 70mila euro per avviare un’azienda: il sostegno deve essere continuativo. Servono incentivi per gli investimenti e misure che rendano l’agricoltura più competitiva e redditizia. Ma soprattutto servono, come banda larga, presidi sanitari e scuole, che spesso nelle aree rurali sono molto inferiori a quelli erogati nei centri urbani importanti”.

Che ruolo può avere la Regione Marche?

“La Regione, come prevede la costituzione, ha la competenza per l’agricoltura e può fare moltissimo. L’assessore Antonini sta lavorando con grande attenzione e la legge dell’onorevole Carloni sui giovani in agricoltura è un passo importante. I due milioni di euro stanziati per il rimboschimento dei castagni, peer esempio, dimostrano che c’è una visione strategica per le aree interne. Certo, si può sempre migliorare, ma il dialogo con le istituzioni c’è e va rafforzato”.

Quali sono le priorità per il settore agricolo marchigiano?

“Dobbiamo sviluppare e rafforzare le filiere agroalimentari. Troppo spesso i prezzi penalizzano i produttori e il rischio è che il settore non sia più sostenibile. I distretti alimentari possono essere una soluzione: per esempio, stiamo ragionando sulla filiera del grano. Ma serve fiducia da parte degli agricoltori, che devono vedere i vantaggi concreti di queste scelte”.

E la tecnologia?

“L’agricoltura non può essere sostituita dall’intelligenza artificiale, ma può essere supportata dall’innovazione. I droni, per esempio, sono strumenti utilissimi per ottimizzare i trattamenti e ridurre gli sprechi, ma hanno costi elevati. Andrebbero incentivati come una volta lo sono state le mietitrebbie”.

Chi è per lei l’agricoltore?

“È la sentinella del territorio. Come già sancito da una legge che nasce proprio nelle Marche grazie all’azione di Copagri, è il primo custode del paesaggio e delle tradizioni. Dobbiamo sostenerlo, perché senza agricoltura non c’è futuro”.

Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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