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Contributi Inps e Inail, l'avvocato Sforza 'salva' le imprese del cratere. "Lo Stato chiedeva il 100%, invece dovevano pagare solo il 40"

30 Settembre 2023

FERMO - Terremoto del 2016, pagamenti, contributi previdenziali e assicurativi. Milioni di aiuti stanziati e rimasti solo sulla carta con aziende messe in ginocchio o costrette a chiudere. Almeno fino a quando l’avvocato del foro di Fermo, Carlo Nunzio Sforza, ha iniziato e vinto, in primo grado e in Appello, una battaglia legale contro Inps e Inail al fianco dell’azienda Tartabini di Corridonia.

Il legale ha presentato un ricorso contro Inps e Inail, appunto, legato alla sospensione del pagamento dei contributi previdenziali e assicurativi da parte dell’azienda alla luce del terremoto. In pratica, il Governo aveva stanziato milioni prevedendo dapprima una sospensione dei pagamenti e poi che la ripresa dei contributi previdenziali ed assicurativi avvenisse pagando il 40% del dovuto, pur nel rispetto della normativa comunitaria sugli aiuti di Stato.

Le aziende dunque avrebbero dovuto pagare solo il 40 per cento dei contributi per essere in regola. Diversa invece la posizione di Inps e Inail che negli anni successivi al sisma hanno interpretato la normativa nel senso che le aziende dovevano pagare i contributi previdenziali ed assicurativi nella misura del 100%, in attesa di un provvedimento di concessione e dell'iscrizione degli aiuti nel Registro Nazionale Aiuti di Stato.

Solo dopo, secondo le due realtà e sulla base di quanto ricostruito dall’avvocato Sforza, alla luce dell'art. 8 del DM 115/2017 che regolamenta il funzionamento di questo Registro, le stesse aziende avrebbero avuto diritto alla restituzione di quanto pagato in eccesso. Il tribunale ordinario prima e la corte di Appello ora hanno dato ragione all’avvocato Sforza e alla Tartabini condannando anche l'Inail a restituire quanto versato in eccesso dall’azienda, che nel frattempo era stata costretta a pagare il 100% pur di avere il Durc regolare e poter lavorare.

Un risultato che apre le porte a tantissime altre imprese nella stessa situazione, “già ne sto seguendo una cinquantina” sottolinea l’avvocato, e che crea un precedente importante. Il legale infatti insieme con il commercialista Di Giulio ho sempre sostenuto che l'aiuto è automatico perché la norma prevede solo che le aziende paghino in maniera ridotta, senza nessuna concessione da ottenere, e pertanto l'iscrizione nel Registro Nazionale Aiuti di Stato avviene art. 10 del DM 115/2017 riguardante gli aiuti non soggetti a concessione, quindi dopo la fruizione dell'aiuto e non prima.

Il sisma c'è stato nel 2016 e ad oggi migliaia di aziende sono ancora costrette, a causa dell'interpretazione dell'Inps e Inail, a pagare il 100% di quanto dovuto. Dopo la sentenza di primo grado, Inps e Inail hanno fatto Appello, ma la decisione dei giudici ha trovato una ulteriore conferma.

“Esprimo grande soddisfazione per l'esito del giudizio. Soono ormai anni che – ha detto l’avvocato Sforza - io e il commercialista Di Giulio, che ringrazio per il supporto, sosteniamo questa interpretazione scontrandoci con il muro posto dagli Istituti. Segnalo che questa situazione coinvolge probabilmente migliaia di aziende tra Marche, Abruzzo, Umbria e Lazio che, colpite dal sisma, ancora non hanno avuto l'aiuto promesso ed ora, anche alla luce di queste sentenze, potranno trovare giustizia agendo a loro volta come ha fatto la Tartabini Trasporti".

redazione@laprovinciadifermo.com

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