FERMO - Edizione tutta online, quest’anno, per Fermhamente, il festival
della scienza in programma dal 12 al 18 ottobre.
Promosso da Comune e
Labilia, con la direzione scientifica di Andrea Capozucca, prevede
decine di appuntamenti, tutti gratuiti (www.facebook.it/fermhamente),
che coinvolgeranno anche le scuole. A loro saranno dedicate le
attività del mattino, che comprendono laboratori a tema e giochi
interattivi (prenotazioni: 333.9067726 dalle 9 alle 14 o
prenotazioni@fermhamente.it).
Aperte a tutti le sessioni pomeridiane e
serali. Lunedì 12 alle 21.30, per esempio, è in programma la
presentazione del nuovo libro di Pietro Greco, “Homo. Arte e scienza”,
nel quale il divulgatore scientifico ripercorre i grandi momenti della
storia della conoscenza che hanno visto le discipline umanistiche
frequentare e talvolta fondersi a quelle scientifiche. Un dialogo a
due con il prof. Gian Italo Bischi, docente di economia all'Università
di Urbino ed esperto d’arte, sull'arte come elemento essenziale della
comunicazione pubblica della scienza e sulla necessità di costruire
una mappa del mondo che apparirebbe altrimenti del tutto caotico.
Attivi anche contest per interagire con il festival attraverso i
social.
I provetti fotografi potranno postare sul proprio profilo
Instagram uno scatto attinente al tema, accompagnato dall’hashtag
#fermhamente. Chi si diletta con disegni e altre forme d’arte, sempre
su Instagram, potrà pubblicare le foto delle sue opere collegate al
festival. Previsti premi per entrambe le categorie.
Il format, nato quattro anni fa, l’anno scorso, in tre giorni, ha
fatto circa diecimila presenze. «Dobbiamo sforzarci – spiega Capozucca
– di comprendere meglio chi siamo e quali siano gli equilibri
relazionali tra noi, gli organismi viventi e animali e l’ambiente in
cui viviamo e interagiamo, altrimenti non riusciremo mai a vincere le
nuove grandi sfide che ci aspettano».
«Di fronte a rivoluzioni in arrivo come quella dell’eredità genetica o del potenziale sopravvento dei robot – prosegue –, dobbiamo chiederci che cosa sia giusto fare. Abbiamo bisogno di una scienza che si traduca in una pratica condivisa, che esca dalle sue segrete stanze e che ci aiuti ad
accrescere consapevolezza e responsabilità verso noi stessi e il mondo
che ci circonda».
Francesca Pasquali