Fermo – Il 27 gennaio si riflette, si ascolta, ci si ferma a pensare al Giorno della Memoria.
A Fermo lo si fa in due modi, con la musica e con il cinema. Nel primo caso protagonista è il conservatorio pergolesi guidato dal direttore Verzina. Lo spettacolo scelto è ‘Voci della memoria’ a cura del maestro Cristiana Arena. un monologo scritto e composto da Gianmaria Romagnoli seguito da un concerto con musiche di Ernst Bloch, Erwin Schulhof, Dimitri Shostakovich, Mario Castelnuovo Tedesco.
In scena si esibiranno i maestri Paola Ferella, Clara campi, Donato Reggi, e gli allievi Alice di Monte, Giulia Durante, Samuele Ricci, Lucia Fiorelli, Letizia illuminati, Giulio Chiarini, Rebecca Porricelli. “Docenti ed allievi, insieme daranno vita ad una performance coinvolgente e originale che vuole condurre gli spettatori alla scoperta del filo nascosto che unisce la cultura musicale ebraica con quella musicale classica europea” spiega Arena. “Un pomeriggio, ore 1830 alla sala dei Ritratti, che spazia dall'azione scenica teatrale al concerto cameristico”
Poche ore dopo, ci si sposta alla Sala degli Artisti dove si ricorderanno le vittime della “riflettendo sulla natura multiculturale dell'Europa”. Andrea Cardarelli ha scelto il film “Quel giorno tu sarai” di Kornél Mundruczó (autore di "Pieces of woman"), prodotto da Martin Scorsese. Una pellicola in prima visione che racconta la storia di una famiglia ebrea attraverso tre generazioni, a partire dalla fine della Seconda Guerra Mondiale fino alla Berlino di oggi. "La sequenza iniziale - racconta il direttore artistico Andrea Cardarelli - è straordinaria, ispirata a fatti realmente accaduti, suggellata da una potentissima immagine che è segno di speranza e resistenza, impronta del cinema di Mundrucó, regista che legge il naturalismo alla luce dell'elemento surreale".
La speranza di Cardarelli, che ha scelto di lasciare in programmazione il film fino al 2 febbraio, è che venga visto da docenti e alunni delle scuole “perché soprattutto nel terzo episodio ci restituire l'immagine di una società fatta di sensibilità diverse che devono convivere tra loro, una società che non è ancora pronta ad affrontare ed elaborare i drammi della prima metà del Novecento”.