FERMO – Che fine ha fatto Confindustria Centro Adriatico? Il quadro è chiarito dall’ennesima nota del collegio dei probiviri nazionali che ha comunicato agli associati l’iter che avranno di fronte. Non ha fretta Roma, è evidente e infatti cambia ancora la guida, fino a oggi affidata alla mini squadra di Valentino Fenni. A tal punto che le due territoriali, Ascoli Piceno e Fermo, ufficialmente torneranno ad avere rappresentanza politica indipendente non prima dell’estate.
Due date decisive davanti all’associazione, anzi alle associazioni: 31 maggio e 31 luglio. Che nel mentre, come da voto certificato di divisione da parte dell’assemblea, saranno rette da oggi da due comitati, entrambi composti da tre imprenditori. Tre guideranno Ascoli Piceno, Massimo Andreani, Valentino Fenni, Francesco Gaspari, e tre Fermo, Giulio Cruciani, Maurilio Vecchi e Arturo Venanzi per Fermo.
Il loro compito è semplice: redigere, insieme con gli uffici, i nuovi statuti entro fine maggio; stabilire la nuova governance con tanto di elezioni del primo presidente entro il 31 luglio. Praticamente Roma bypassa anche i veritci delle due unioni, l’Uif di Fermo e quella di Ascoli Piceno, affidandole però a imprenditori del territorio.
Ma non si fermano qui i probiviri nazionali che si prendono un ulteriore compito: “Rilasceremo il parere di candidabilità ed eleggibilità per coloro che si candideranno alla massima carica associativa nonché su quanti saranno proposti dai rispettivi presidenti designati per l’incarico di vice”.
Nel mentre, viene confermata una delle richieste principali: entro fine gennaio le realtà associate a Confindustria potranno decidere a quale delle due territoriali aderire. Quindi, chi da Ascoli vuole trasferirsi a Fermo e viceversa. Una possibilità importante viste le tensioni interne alle due territoriali, ma che è soggetta al placet del rispettivo comitato di reggenza
C’è poi una partita che giocheranno i tecnici, ovvero i revisori dei conti di Confindustria Centro Adriatico ed è quella del completamento dell’iter di scioglimento dell’unione: completare la liquidazione e “attivare un capillare piano di recupero dei crediti associativi capace di assicurare il necessario ed adeguato finanziamento per efficaci ed incisive azioni di rappresentanza e per una efficiente erogazione dei servizi”. Finirà così? Considerando quanto è cambiato il quadro in meno di un anno non è poi così scontato.
@raffaelevitali