FERMO – La questione è seria. C’è chi parla di ricompattare, di rasserenare gli animi. Ma è difficile sedersi a un tavolo quando sai che ci saranno sempre due posti vuoti, quelli degli imprenditori espulsi dal Consiglio generale di Confindustria Centro Adriatico: Andrea Santori e Fabrizio Luciani.
E ora quel consiglio generale, organo sovrano dell’associazione, è molto più povero. Si sono dimessi 16 imprenditori in quota Fermo. Tutti tranne i tre che hanno votato a favore delle espulsioni: Ciccola, Mannini e Scendoni. A uscire dalla porta principale sono i rappresentanti di ogni categoria imprenditoriale.
“Una scelta condivisa che unisce chi da anni lavora per il bene di tutti gli associati. Ma proprio perché per fare il bene bisogna rispettare le regole, è diventato impensabile continuare a fare parte degli organi dirigenziali di Confindustria Centro Adriatico. Una scelta ponderata che coinvolge ogni settore economico, dalla metalmeccanica all’edilizia, dagli accessori alle calzature, dai servizi all’energia, dai cappelli ai trasporti”.
Questa decisione dimostra che non è una questione tra calzaturieri e sistema imprenditoriale di Confindustria, ma una non condivisione di atti e azioni che non hanno rispettato lo statuto dell’aquilotto. I 16 se ne vanno per un motivo semplice: “Non vogliamo essere coinvolti in azioni di responsabilità conseguenziali all’inosservanza delle previsioni statutarie (tra cui il voto palese anziché segreto sulle espulsioni, ndr)”.
Quello che contestano sono la convocazione e la conduzione della riunione del Consiglio generale del 24 marzo, quello che poi ha portato alle due espulsioni. Ad andarsene sono Davide Beleggia, Giuseppe Ciarrocchi, Enrico Cognigni, Giulio Cruciani, Carlo Forti, Claudio Frollà, Francesco Girolami, Giorgio Nerpiti, Sara Santori, Arturo Venanzi, Stefano Violoni, Monica Virgili, Rodolfo Zengarini, Nicolò Steca, Alberto Fasciani, Gianluca Tombolini.
Oltre a questo, siccome quattro fanno anche parte del Consiglio di Presidenza, hanno inviato una seconda noto firmata in cui lasciano anche quella posizione, sempre per le stesse motivazioni. Con questo clima, i quasi 300 soci della Uif, l’Unione industriali del Fermano, si ritroveranno il 9 aprile all’hotel Royal per decidere cosa fare: continuare a essere socio fondatore di Centro Adriatico oppure no.
Il tutto, sapendo che per restare ci sono condizioni inderogabili come il cambio di guida dell’associazione, prima però della naturale scadenza, e il reintegro degli espulsi, oltre che del dimissionario ex vicepresidente Giampietro Melchiorri.
r.vit.