PORTO SANT’ELPIDIO - Quattro condanne e quattro assoluzioni a cinque anni da quanto accaduto il 29 novembre del 2018, l’aggressione all’esponente di Antifa a Macerata. E tra le condanne, a otto mesi, c’è anche quella di Francesco Pacini, consigliere comunale di Porto Sant’Elpidio in quota Fratelli d’Italia. All’epoca esponente di Casa Pound, ha sempre negato i fatti ricostruiti dalla Procura, che ha agito dopo che la Digos aveva aperto il caso, visto che la vittima non aveva presentato denuncia.
La condanna di Pacini, al tribunale di Macerata, ha generato una sollevazione politica. A cominciare da quella del Partito Democratico, rappresentato in consiglio comunale da Nazareno Franchellucci e Annalinda Pasquali: “Si è macchiato di una condotta violenta solo perché qualcun’altro aveva un credo politico differente dal suo. In questa città, al di là delle idee, i cittadini con il loro impegno hanno creato una reputazione di laboriosità, serietà e correttezza che va difesa e tutelata. A prescindere dagli sviluppi giudiziari (l’appello, ndr) l’unica soluzione percorribile possa essere quella di dare le dimissioni”.
A questa critica risponde compatta Fratelli d’Italia. “Ci siamo confrontati con Pacini, che nella vicenda è stato coinvolto d’ufficio. Confidiamo in ogni caso che in secondo grado possa chiarire la sua posizione”.
Detto questo, i meloniani non accettano la reprimenda moralistica dei Dem: “Il Pd dovrebbe pria di parlare ricordare che ha candidato una persona condannata in maniera definitiva e ha presentato come candidato sindaco Petrini, rinviato a giudizio nel processo regionale sulle spese pazze. Una vicenda che come Fratelli d’Italia non abbiamo mai usato in campagna elettorale, proprio perché garantisti”.
Si sarebbero aspettati lo stesso trattamento, anche se in questo caso c’è una condanna di primo grado e no un processo aperto. “Noi siamo convinti che Pacini sia un ragazzo che sta lavorando bene per questa amministrazione e per tutta la città di Porto Sant’Elpidio, con una grande sensibilità per politiche giovanili, cultura (nella foto con Cruciani al Gigli) e sociale. Tra l’altro – ala conclusione – la Legge Severino non prevede nessuna incompatibilità e non preclude la permanenza in consiglio”.