MONSAMPOLO DEL TRONTO – Conad Adriatico non ha alcuna intenzione di rallentare la sua crescita. Primo gruppo distributivo in Abruzzo (32% del mercato), Marche (21,29) e Molise (21,29), l’azienda che ha sede a Monsampolo del Tronto ha tutto per restare in alto.
“Il contesto in cui operiamo richiede scelte coraggiose. Per noi, questo significa puntare sulla sostenibilità, sull'innovazione e sullo sviluppo delle persone” sottolinea Antonio Di Ferdinando, amministratore delegato di Conad Adriatico durante l’incontro dedicato ai temi dell’innovazione e del ringiovanimento nel mondo del retail.
“Il nostro obiettivo - ha aggiunto Di Ferdinando - è continuare a crescere responsabilmente, con un forte impatto positivo sulle comunità in cui operiamo”. Il fatturato previsto è di 2,209 miliardi di euro grazie ai 453 punti vendita tra Marche, Abruzzo, Molise, Puglia e Basilicata, Albania e Kosovo.
La presidenza è nelle mani di Emiliano Ciaschetti: “La forza del nostro gruppo risiede nelle persone e nella loro capacità di collaborare per un obiettivo comune. La nostra rete di soci imprenditori e collaboratori - ha concluso Ciaschetti - rappresenta il cuore pulsante dell'azienda, e il nostro impegno è quello di promuovere la crescita e lo sviluppo sostenibile delle comunità in cui operiamo”.
Imprenditoria e sociale, un asse che i grandi stanno sempre più perseguendo, che si parli di Della Valle e Cucinelli, oppure Conad, Gabrielli e Sabelli. Il tuto sapendo che il contesto presenta continui rischi. Alcuni li ha ricordati Pietro Grasso, ex procuratore antimafia ed ex presidente del Senato intervenendo all’incontro promosso da Conad: “Nel territorio dove opera Conad Adriatico sono presenti organizzazioni mafiose. Non solo i piccoli supermercati, le catene di vendita al dettaglio, spesso sono utilizzate come copertura per riciclare i provenienti che vengono da altre attività illecite. Nei mercati balcanici, in Albania, c'è un collegamento con la mafia italiana che collabora con le organizzazioni albanesi per l'importazione di prodotti orto frutticoli a basso costo, spesso anche questi utilizzati per sovrafatturazioni, per attività di riciclaggio e talvolta anche per nascondere in mezzo a questi gli stupefacenti”.
Da qui l’importanza di avere realtà credibili, riconoscibili e sane come Conad. "Le mafie sfruttano la filiera per riciclare denaro, manipolare i prezzi. Lo fanno infiltrandosi nelle piccole cooperative agricole, nei mercati all'ingrosso, cercando di controllare, di ottenere protezione e di ricevere denaro. Per combattere tutto questo – ha concluso Grasso - serve un patto classi dirigenti, politica, mondo economico e la comunità tutta. Un patto che si fondi non solo su basi etiche, ma anche sulla convinzione dell'utilità e della legalità”. (foto Ansa.it)
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