FERMO – Anche i capitani sbagliano. Anche quelli che come modo di stare in campo e fuori son un modello. Tradotto, anche Marco Comotto può avere il momento di follia, che in questo caso gli costa due giornate di squalifica “per aver colpito con un pugno al volto l’avversario”.
E siccome è un capitano vero, ecco la sua lettera di scuse a tifosi e compagni. “Ho messo in difficoltà i miei compagni, lasciandoli in dieci per 70 minuti in uno scontro diretto. L’ho già detto a loro, mi dispiace tantissimo: sono il capitano, dovrei essere un appiglio nei momenti difficili e invece ho creato problemi. Voglio chiedere scusa soprattutto ai tifosi: rivedendolo alla tv sono rimasto sbalordito perché non mi sono reso conto di quanto fosse realmente accaduto. Capisco e comprendo benissimo la loro amarezza e mi dispiace enormemente non aver reso onore con quel gesto al mio ruolo e alla maglia”. C’è sempre una prima volta, anche se di questo Comotto avrebbe fatto a meno: “Non mi era mai successo in tutta la mia carriera ed è un qualcosa che non rientra nel mio modo di intendere il calcio”.
Pazienza, ora la Fermana cambierà assetto contro il Gubbio e contro il Ravenna. Sta al mister Antonioli trovare l’alchimia giusta: “L’episodio è chiuso. Una sola giustificazione: un raptus, perché è qualcosa di totalmente inspiegabile. Ora devo pensare a come sostituirlo”. Per quanto riguarda il gruppo, Antonioli riparte dal bello mostrato dopo essere rimasti in dieci: “I tre punti li avrebbero meritati per l’impegno messo. Ora giochiamo contro una squadra che ha due attaccanti mobili, la mia idea è di avere una difesa solida poi deciderò durante gli allenamenti”. In pole per il dopo Comotto ci sono Manè e Urbinati.