ANCONA - Circa un terzo della produzione marchigiana poggia sulla multifunzionalità delle aziende agricole. Lo rende noto Coldiretti Marche sulla base dello studio redatto dal Crea che ha certificato per la nostra regione la terza piazza sul podio nazionale dietro Valle d'Aosta e Provincia Autonoma di Bolzano.
"Un risultato di tutto rispetto - spiega Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Marche - che è stato costruito nel tempo a partire dalla legge di orientamento del 2001, sulla quale la nostra associazione ha sempre puntato. Negli anni gli agricoltori hanno compreso le opportunità date dalle attività secondarie e dai servizi, diversificando il proprio business e trasformandosi da 'contadini' a veri e propri imprenditori agricoli".
A partire dall'agricoltura sociale che con oltre 80 realtà vede la nostra regione ai vertici italiani. Tra agri nido, agri asilo, progetti didattici, di longevità attiva di inclusione sociale, inserimenti lavorativi di soggetti disabili, portatori di handicap, autismo, pet therapy le frontiere del welfare rurale sono vaste e non è un caso che l'esempio marchigiano abbia ispirato la legge nazionale che disciplina il settore.
"L'agricoltura sociale – ha detto la presidente Gardoni - rappresenta uno strumento utile per rispondere alle nuove sfide e ai bisogni espressi. Dopo la grande crisi del 2008 che ha portato, in nome degli imposti vincoli di bilancio, a tagli sul welfare e dopo la crisi Covid che ha portato a ripensare tutta l'economia da globale a locale, l'agricoltura sociale consente di mettere a disposizione servizi in zone rurali o nelle periferie urbane".
E nell'ambito della multifunzionalità impossibile non citare gli agriturismi, 1.130 nelle Marche con una presenza media per superficie tra le più alte d'Italia (12 attività per kmq, fanno meglio solo Trentino-Alto Adige, Toscana, Umbria e Liguria). Aziende agricole che aprono le loro porte ai servizi o, anche, alla vendita diretta delle loro produzioni testimoniata anche dai numerosi mercati di Campagna Amica, circa 400 le realtà che compongono il mondo dei farmer market marchigiani che diversificando riescono ad affrontare meglio i riflessi delle crisi. "Proprio per incentivare le possibilità di reddito del settore - concludono da Coldiretti Marche - abbiamo spinto, fino a ottenerle, sulle nuove leggi dedicati a enoturismo e oleoturismo, ulteriori possibilità per le aziende agricole di organizzare iniziative alla scoperta del territorio come visite, corsi, degustazioni, attività didattiche e ricreative".