ANCONA - Lupi e danni agli allevamenti, il Parco dei Sibillini rivede al rialzo i risarcimenti agli allevatori. Triplicati i massimali per gli animali feriti costretti a ricorrere alla spese veterinarie. Il nuovo prontuario e prezziario per la valutazione dei danni alla zootecnia prevede inoltre aumenti di oltre l’11% rispetto al prontuario precedente in caso di predazione.
Un risultato che arriva dopo anni di concertazione tra Coldiretti Marche e il management del Parco che nei giorni scorsi, finalmente, ha approvato il nuovo prontuario. Gli importi erano fermi da circa 7 anni e di gran lunga inferiori rispetto a quelli riconosciuti per i medesimi danni al di fuori dell’area protetta. Alcuni esempi. Per una pecora predata l’indennizzo passa da 140 a 170 euro per arrivare a 260 euro per la sopravissana iscritta ai libri genealogici.
Per un agnello iscritto ai libri genealogici sotto i 4 mesi si passa da 80 a 150 euro, un vitello da carne sotto i 20 giorni da 500 a 600 euro, mentre tra i cavalli si arriva fino ai 3.900 euro per uno stallone iscritto che in precedenza veniva indennizzato 2.500 euro. Il nuovo prontuario conferma la possibilità di recuperare l’80% della spesa di smaltimento della carcassa.
“In generale – spiega Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Marche – il nuovo prontuario analizza più fattispecie ed è in linea con i risarcimenti applicati dalla Regione Marche al di fuori del parco. In precedenza le aziende zootecniche che operano all’interno dell’area protetta subivano due volte: sia dalla maggior presenza di branchi di lupi e quindi dal maggior numeri di attacchi subiti, sia perché questi poi venivano sottostimati rispetto alle aziende esterne. Un dumping ingiusto che segnalavamo da tempo”.
Il Parco dei Sibillini occupa circa 700 chilometri quadrati tra le province di Macerata, Fermo e Ascoli e, in parte, Perugia. Secondo i dati della Regione Marche in queste province si sono concentrati il 54% delle predazioni.