ANCONA - Quella dei cinghiali è un'invasione e per ridurne drasticamente il numero non servono contrapposizioni ideologiche tra cacciatori e ambientalisti ma la piena operatività delle attuali disposizioni e nuovi strumenti normativi. Ne è convinta Coldiretti Marche che, alla vigilia dell'approdo in II Commissione regionale della pdl sulla caccia (Norme per la protezione della fauna selvatica e per la tutela dell'equilibrio ambientale e disciplina dell'attività venatoria) commenta anche la sentenza con il quale il Tar delle Marche ha accolto, in parte, il ricorso di alcune associazioni ambientaliste a animaliste contro il Piano di Controllo del Cinghiale approvato dalla Regione Marche per il quinquennio 2018-2023. Con ordine. Intanto i giudici amministrativi hanno confermato la bontà del Piano ma escluso la cosiddetta "braccata", ovvero la presenza di almeno 2 o più cani, tra le tecniche di selezione. Le squadre chiamate a questa attività potranno adoperare un solo cane. Per Coldiretti Marche, che in questi mesi ha seguito lo sviluppo della pdl ed è stata fortemente impegnata nel presentare diversi emendamenti a tutela degli agricoltori, "sul fronte della giustizia amministrativa, vista questa sentenza assurda, ci si dovrà concentrare di più sul nuovo Piano di Controllo, dato che quello contestato è scaduto lo scorso anno, e sulla nuova pdl che contiene, tra le varie proposte che abbiamo avanzato, la non più rinviabile riforma degli Atc. Tra le istanze di Coldiretti anche lo snellimento delle procedure per i risarcimenti agli agricoltori per i danni subiti da fauna selvatica e il potenziamento dei mezzi di prevenzione. "Siamo dell'idea che l'attività di controllo debba essere effettuata tutto l'anno e che le squadre debbano essere responsabilizzate al raggiungimento degli obiettivi di abbattimento per il ripristino dell'equilibrio ambientale" aggiungono dall'organizzazione agricola. Coldiretti Marche da anni chiede un regolamento unico per tutti gli Ambiti Territoriali di Caccia e, nel tempo, non sono mancate prese di posizione forti contro le gestioni del passato. I commissariamenti dell'Atc Ancona 2 e, in precedenza, dell'Atc Pesaro 1, sono lì a testimoniarlo. "I danni all'agricoltura causati dal sovrannumero degli ungulati – continuano da Coldiretti – testimoniano il fallimento di una gestione frammentata della problematica. I cinghiali sono responsabili del 75% dei danni in agricoltura e nel tempo hanno indotto molti agricoltori hanno abbandonato colture importanti e redditizie come pisello proteico, mais da polenta o girasole. Senza contare la pericolosità della loro presenza sulle strade e i numerosi sinistri: l'Osservatorio Asaps ne ha contati ben 11 incidenti con feriti gravi nelle Marche".