ANCONA - Un mese in più per la caccia al cinghiale, selezionatori in azione anche fino a mezzanotte con l'ausilio di sensori notturni e la possibilità per gli agricoltori di dotarsi di gabbie e di attivarsi per le catture nei propri terreni. Il tutto in attesa del Piano di controllo straordinario promesso dalla Regione Marche nel giorno della grande protesta del settore contro il proliferare della fauna selvatica e, in particolare, degli ungulati responsabili del 75% dei danni - soprattutto a cereali, girasole e leguminose – che sono costati alle casse pubbliche oltre 5,2 milioni negli ultimi 5 anni. "Sono i primi risultati importanti – dicono oggi da Coldiretti Marche – ma siamo in attesa di vedere concretizzarsi le promesse che si sono state fatte dalla politica".
Tra le richieste del comparto c'è una profonda revisione del sistema degli Atc, chiamati a una gestione più omogenea attraverso la definizione di un nuovo statuto unico, preceduto dalla nomina commissario ad hoc per gestire la fase di transizione tra i vecchi cda e il futuro management, e a una nuova procedura di risarcimento maggiormente rapida e obiettiva. "Consideriamo positive le aperture della Regione Marche in questa prima fase – spiegano dall'organizzazione agricola – ma chiediamo fin da subito un confronto che al momento, alla presentazione della bozza del Piano ordinario di contenimento, non c'è ancora stato. Il testo attuale presenta varie criticità che vogliamo risolvere portando il nostro contributo".
Coldiretti dunque resta in attesa di avviare una fase di concertazione con la Regione perché è necessario fermare un'invasione che devasta le colture e mette a rischio la vita dei cittadini. "La presenza dei selvatici rappresenta un'inaccettabile "tassa" – concludono da Coldiretti - tra danni diretti e indiretti. L'obiettivo è contenere la popolazione di selvatici, fermando le incursioni nei campi e mettendo in sicurezza le strade".