FERMO – A parlare sono i bilanci. Non c’è progresso, visione o progettualità dietro la classifica delle migliori imprese marchigiane che ogni anno stila la Fondazione Aristide Merloni insieme con l'Università Politecnica della Marche di Ancona. “Le Marche – ha rimarcato il presidente della Fondazione Francesco Merloni – sono tra le regioni maggiormente manifatturiere dell’Italia e dell’Unione Europea. Noi siamo al 25% mentre la media europea è al 17. E il 98% dell’export marchigiano è manifatturiero”.
I numeri, freddi e reali, certificano che “nel 2020 le imprese sono state condizionate dalle misure di limitazione alla mobilità delle persone e di restrizione alle attività economiche indotte dalla necessità di contenere la pandemia da Covid-19”. Tutto questo ha comportato che il prodotto interno lordo è sceso dell'8,9%, quasi doppia rispetto alla contrazione del 5% che si era avuta nel 2009 a seguito della crisi finanziaria internazionale, contrazione superiore alla media nazionale. “Questo perché pesa maggiormente il comparto moda. La contrazione delle vendite ha interessato circa i due terzi delle imprese (68,2%), poco meno di un terzo (31,8%) ha registrato una variazione positiva, in molti casi anche a due cifre”.
Eppure le Marche si confermano un microcosmo unico nel suo genere: “Nonostante il marcato calo delle vendite, anche nel 2020 si è registrato un leggero incremento degli occupati (+1,1%), in rallentamento rispetto agli anni precedenti (+1,6% nel 2019; +2,7% nel 2018). Il dato relativo all'andamento dei dipendenti è stato condizionato dai provvedimenti di blocco dei licenziamenti e di sostegno all'occupazione. - si rileva nel dossier - Per tale ragione non sono infrequenti casi di stabilità o incremento degli occupati anche in presenza di significative riduzioni dei livelli produttivi. Poco meno del 40% delle imprese ha registrato un calo dei dipendenti, con i valori concentrati nell'intervallo -5%-0. Il dato regionale si presenta comunque superiore sia al dato osservato per le medie imprese italiane (+0,5%) sia a quello registrato per le grandi imprese (- 0,4%)”.
LA CLASSIFICA
Stabile al primo posto, anno la Ariston Group di Fabriano, che ha superato il miliardo di euro di vendite e che da fine novembre è approdata nel listino di Piazza Affari alla Borsa di Milano. In termini assoluti la crescita maggiore (+20,7%) è stata realizzata da Conad Adriatico che sale per questo di una posizione, issandosi al secondo posto e superando il miliardo di vendite. La società, come tutto il settore della Gdo, si è avvantaggiata del generale andamento favorevole delle vendite nel settore, registrando un incremento delle vendite (+20%) decisamente superiore a quello osservato nella media del settore. Chiude il podio, Magazzini Gabrielli con una crescita delle vendite pari a +8,7%.
Tra i segni più c’è quello della Sabelli Spa, che sale di cinque posizioni arrivando alla 24esima posizione con una crescita del 4,9% e un 161euro di vendite nel 2020. E soprattutto un risultato d’esercizio in positivo per 9 milioni. Si ferma invece la Sabelli Distribuzione che perde il 13%. Molto bene la Sigma di Alvaro Cesaroni, cresciuta nel 2020 del 17,4% e ben salda sopra i 60milioni. Insieme con la Sooft è l’unica delle prime dieci aziende della provincia di Fermo con il segno positivo, visto che anche la Tecnofilm ha registrato una frenata nell’anno della pandemia, chiuso con
Dopo una crescita continua scende anche la Hp Composites del 16% con i suoi 37milioni a bilancio. Vola la Med Computer della famiglia Parcaroli con una crescita del 25,9% e la 35esima posizione, come resta con il segno più la Selettra, gioiellino di Comunanza. Forte calo per la Bros Manifatture che perde 73 posizioni, inevitabile viste le chiusure del 2020 che hanno penalizzato la gioielleria. Chiude la classifica delle migliori 500 imprese l’Eco Elpidiense con i suoi 12,2 milioni di euro.
IL CROLLO DEL CALZATURIERO
Perde tre posizioni la Tod's che nel 2020 ha registrato un significativo calo delle vendite (-30,4%) passando dal secondo al quinto posto in classifica. Si tratta di un calo che accomuna il comparto calzaturiero che nel confronto fra settori ha registrato la più marcata variazione negativa delle vendite. Il difficile andamento dell'intero comparto, già osservato negli anni precedenti, si è ulteriormente aggravato a seguito della crisi epidemiologica.
Il brusco rallentamento registrato nel 2020 è evidente per le principali imprese calzaturiere della regione che presentano tutti segni negativi tranne la Elisabet di Lara Vallasciani che chiude con un +11% e un milione di utili: dopo la Tod's, -30,4%; Imac con un -23,5% e 186milionidi vendite, la Bag di Enrico Bracalente che cala del 19,7% e vendite a 106 milioni, la Falc di Civitanova Marche che con un -11% può quasi sorridere restando sopra i 55milioni. Male anche il mondo Prada con l’Artisans di Montegranaro che perde 32 posizioni e il 30,6% fermandosi a 53 milioni.
Contenuto il calo di Premiata, altra azienda che fa capo all’imprenditore Mazza insieme con Artisans Shoes, che perde 5milioni di euro, arrivando a 48 di vendite ma mantenendo milioni di utili). In calo anche la Santori Pellami che passa da 18 a 14 milioni di euro di vendite, come il calzaturificio di Rodolfo Zengarini passato da 16 a 13,4 milioni, ma con rendiconto positivo.