FERMO – Funziona o no la Città 30 Kmh? La Fiab, federazione italiana ambiente e bicicletta , ha studiato il caso di Bologna. Dopo mesi di polemiche, parlano i numeri e servono per dare indicazioni ad altri amministratori.
A cominciare da quelli costieri del Fermano per arrivare al capoluogo della piccola provincia di Fermo. Bologna è stata la prima grande città, ma un vero modello sta diventando l’Abruzzo con i suoi sette comuni costieri che stanno realizzando la più grande città 30 d’Italia.
“I dati evidenziano un significativo calo degli incidenti, soprattutto di quelli gravi e mortali – commenta Alessandro Tursi, presidente di FIAB – e soprattutto non aumenta l’inquinamento, come qualcuno aveva provato a dire, favorendo le fakenews”.
Gli ultimi sei mesi nel capoluogo emiliano, infatti, certificano un netto -23% di inquinamento da ossidi di azoto, i famigerati Nox. Altri dati: -12% di feriti, +12% di biciclette in strada, +11% di passeggeri sugli autobus, -3% di traffico, -33% di persone morte. “Questo risultato deriva dalla chiara avanzata della mobilità sostenibile a scapito del traffico motorizzato, come mostrano sempre i dati, e da una guida più regolare e fluida”.
Secondo FIAB ordinanze e cartelli sono solo il primo passo a cui far seguire la messa in sicurezza delle strade e dei punti più pericolosi, l’istituzione a tappeto delle strade scolastiche, controlli mirati e una costante opera di educazione e comunicazione. “Mi rivolgo ai sindaci, non abbiate timore – prosegue Tursi - di perseguire la salute e la sicurezza dei vostri concittadini, che dimostrano poi di comprendere e apprezzare”.
Ribadisce infine Tursi: “Città 30 non significa limite sul 100% delle strade comunali, ma semplicemente ribalta il rapporto tra regola e eccezione: il 30 diventa la regola, mentre diventano eccezione le strade a 50kmh o più, come i grandi assi di scorrimento”.