AMANDOLA – Cinque anni. Alle 3.36 la campana di Arquata suonerà e tutto si fermerà, come allora. Eppure, da quel giorno, dopo anni di nulla, di burocrazia e polemiche, qualcosa si è mosso. Lo dicono i numeri, più che le fotografie.
Le domande di contributo per la riparazione o la ricostruzione degli immobili danneggiati dal sisma 2016, che ha colpito Marche, Umbria, Abruzzo e Lazio, sono oltre 20mila e riguardano 50mila unità immobiliari di tipo residenziale e 1.150 immobili produttivi. L'importo richiesto è di 5,4 miliardi di euro. Le richieste approvate sono oltre 10mila e nei primi sei mesi del 2021 sono stati completati oltre 1.100 cantieri. Dall'avvio della ricostruzione sono stati ultimati 5mila interventi su edifici, con 12mila unità residenziali al loro interno, sono in corso i lavori in altri 5mila cantieri, per 13mila ulteriori abitazioni.
Una pioggia di cifre con cui Giovanni Legnini, il commissario straordinario alla ricostruzione, ha snocciolato uno dopo l’altro presentando il Rapporto sullo stato della ricostruzione. Mancano poche ore all’anniversario della prima forte scossa che devastò Amatrice, Accumoli e Arquata del Tronto. E con loro decine di altri piccoli paesini.
“La semplificazione e le nuove procedure, in primis l'ordinanza 100 e l'introduzione dei Programmi straordinari di ricostruzione, hanno di fatto sbloccato una situazione di paralisi. Nell'ultimo anno sono state presentate un terzo delle richieste di contributo complessive, ed approvate la metà delle domande, con la concessione di 2,7 miliardi di euro, con un'accelerazione che si è accentuata nel 2021” sottolinea Legnini.
Che non si accontenta. “Il ritmo acquisito tra la fine del 2020 e l'inizio del 2021 nell'apertura di nuovi cantieri, ha subìto in primavera un rallentamento a causa dell'aumento dei prezzi dei materiali da costruzione, al quale si è fatto fronte, recentemente, innalzando la misura del contributo”.
In più molte aziende edilizie e professionisti sono impegnati con il Superbonus del 110%, tanto che lo stesso Legnini ha lanciato un appello a ditte e tecnici: “Venite a lavorare alla ricostruzione del Centro Italia colpito dagli eventi sismici del 2016 e 2017 perché la ricostruzione non rallenti. Vi dico che vi potete fidare delle procedure, dei finanziamenti a disposizione e della governance oggi strutturata - ha aggiunto -. Dobbiamo mantenere il ritmo che la ricostruzione ha assunto in questi mesi, se ci riusciremo tra qualche anno vedremo dei risultati molto importanti”.
Un messaggio chiaro e rassicurante che necessità di risposte immediate da parte di un sistema ‘drogato’ dai bonus che ha portato a una speculativa impennata dei prezzi delle materie prime. Per quanto riguarda le opere pubbliche finanziate dalle Ordinanze sono oltre 2.600. Legnini ha inoltre ricordato che nel 2021 «hanno visto la luce le ordinanze speciali per la ricostruzione dei borghi più distrutti»
Entrando nel dettaglio delle zone colpite dal sisma emerge che ci sono 80.346 edifici inagibili, dei quali 30.392 con un danno lieve e 49.953 con danno grave. Il maggior numero di inagibili si è registrato nelle Marche, 15.199 danni lievi e 30.220 danni gravi. I comuni più distrutti sono generalmente più indietro, come nel Lazio. Ad Accumoli, la situazione più difficile, è stato presentato il 16% delle richieste per i danni lievi e il 5% per quelli gravi. Ad Amatrice si sale al 34% per i danni lievi e al 12% per quelli gravi.
Nelle Marche la ricostruzione procede molto velocemente a Esanatoglia e a Fiastra, con oltre l'80% delle domande di danno lieve presentate, Castel di Lama, Folignano, Offida, Appignano e Ascoli Piceno (66% dei danni lievi presentati, 21% di quelli gravi). Nei comuni che hanno avviato i Piani Attuativi, come Castelsantangelo sul Nera la ricostruzione è appena avviata, ma grazie all'adozione di questi strumenti si sta profilando un processo di grande qualità. Ad Arquata del Tronto la velocità della ricostruzione è stata condizionata dalle verifiche sulla stabilità dei terreni. Tra i comuni dove si procede più a rilento ci sono Montegallo, dove l'adozione dei Piani Attuativi è stata molto faticosa ed è ancora in ritardo, Ussita, Muccia, Bolognola, Visso (tutti e cinque nell'elenco di quelli più danneggiati), Gualdo e Treia.
I Comuni dove si registrano i maggiori contributi per la ricostruzione privata, in termini di valore assoluto, sono Tolentino, con 233 milioni di euro concessi, Norcia, con 183 milioni di euro concessi, ed Ascoli Piceno con 161 milioni. Seguono Amatrice, con 126 milioni di contributi autorizzati, San Severino Marche, con 113 milioni, Camerino con 102 milioni, Acquasanta Terme, con 88 milioni, Arquata del Tronto con 62 milioni, Macerata con 61, San Ginesio con 59 milioni autorizzati.
I soldi non mancano e altri ne son in arrivo: “Avevo preso l'impegno di completare entro l'anniversario del terremoto la selezione dei progetti del Cis Sisma, e sono soddisfatta: abbiamo un elenco di iniziative di assoluta qualità, concordato con tutte le amministrazioni competenti, dalle quattro Regioni interessate ai capoluoghi del cratere, fino ai piccoli Comuni come Amatrice, Accumoli, Castelluccio di Norcia per cui cinque anni fa si mobilitò tutto il Paese conclude la ministra per il Sud e la Coesione Territoriale Mara Carfagna al termine della riunione tecnica sul Contratto Istituzionale di Sviluppo per le aree colpite dalla catastrofe del 2016.