ANCONA - Oltre 300mila euro di danni da cinghiali e selvatici mai risarciti agli agricoltori. È la drammatica situazione riscontrata nei conti dell'Atc An2 e descritta minuziosamente nella relazione che il commissario Pierluca Milletti ha stilato e inviato in Regione. Una situazione a dir poco incredibile, che ha messo in ginocchio un intero territorio e una moltitudine di agricoltori che ormai da anni attendono invano di essere risarciti dall'ente. Ora Coldiretti Marche, la principale organizzazione agricola regionale che nei mesi scorsi aveva denunciato le gravi inadempienze, richiesto e ottenuto il commissariamento dell'ente, torna alla carica per chiedere fondi straordinari per ristorare gli agricoltori. "Era chiaro che qualcosa non stesse funzionando – dicono oggi da Coldiretti – ed è per questo che ci siamo mobilitati pesantemente per far sì che la Regione commissariasse quanto prima l'Ambito Territoriale di Caccia in questione. Ora i conti sono alla luce del giorno e sarà necessario un pesante intervento, forse anche pubblico, al fine di poter risanare una situazione che era sull'orlo del disastro". Coldiretti ha richiesto nei giorni scorsi un appuntamento alla Regione per far sì che vengano stanziati dei fondi straordinari necessari a dare ristoro a tutti gli agricoltori vessati, non escludendo, ma anzi suggerendo azioni legali da parte della Regione stessa nei confronti di chi è stato la causa di questo sfacelo. "Come sempre noi alle chiacchiere preferiamo le azioni concrete e veloci - precisa il direttore Regionale di Coldiretti Alberto Frau - ed in questo caso è assolutamente necessario che la situazione debitoria dell'ambito territoriale di Caccia nei confronti degli agricoltori venga quanto prima risolta in ogni modo possibile, affinché i coltivatori possano vedere risarciti i numerosi danni che gli ungulati selvatici hanno loro recato in tanti anni". L'Atc An2 comprende i comuni di Ancona, Camerano, Castelbellino, Castelfidardo, Castelplanio, Cerreto d'Esi, Cupramontana, Fabriano, Filottrano, Jesi, Loreto, Maiolati Spontini, Mergo, Monte Roberto, Numana, Offagna, Osimo, Polverigi, Rosora, S. Paolo di Jesi, S. Maria Nuova, Serra S. Quirico, Sirolo e Staffolo. Zone dove la presenza dei cinghiali diffusa ormai anche nei centri abitati e sulla costa e palesemente fuori controllo. Non le sole, purtroppo, ad avere a che fare con la piaga dei cinghiali che, in sovrannumero da anni in tutta le marche, sono un rischio per le colture, un pericolo per la sicurezza stradale e vettore della peste suina africana, malattia innocua per l'uomo ma letale per i maiali, vera e propria spada di Damocle per la zootecnia con gli allevamenti che, in caso di contagio, sarebbero costretti ad abbattere tutti i capi. "Stiamo proseguendo pesantemente anche sul fronte del Piano straordinario di abbattimento degli ungulati selvatici - aggiungi la Presidente Regionale di Coldiretti Maria Letizia Gardoni - e dagli ultimi incontri avuti con la Regione, sappiamo che entro il mese di ottobre le nostre richieste saranno accontentate e avremo tutti i punti del piano straordinario inseriti nel Priu. A questo punto potremmo subito far operare la Regione nelle zone a più alto rischio affinché il numero di ungulati venga immediatamente ridimensionato".