FERMO – “Ci rivediamo a fine novembre” scrive Andrea Cardarelli, gestore della Sala degli Artisti. E dire che aveva in programma un super calendario, un mix di film che culturalmente elevano la massa e di titoli che attraggono. Lui è, uno dei tentati colpiti dal nuovo Dpcm che ha come obiettivo la riduzione dei movimenti.
Non condivide la scelta la neo assessora alla Cultura della regione Marche, Giorgia Latini: “"La chiusura di teatri, cinema, palestre e piscine è una scelta politica discriminatoria di settori che hanno investito tantissimo, in termini economici e di organizzazione interna, per lavorare in assoluta osservanza delle norme anti contagio. Condivido la protesta del mondo dello spettacolo e dello sport per le disposizioni di chiusura contenute nell'ultimo Dpcm”.
Lei è al fianco di un settore che le Regioni avrebbero voluto tutelare: “Parliamo di luoghi sicuri, dove distanziamenti e sanificazioni sono adottati alla lettera e i dati lo dimostrano: se solo un contagio si è verificato in 4 mesi di attività per un totale di 2.800 spettacoli monitorati da Agis, è evidente che il rischio per chi ha frequentato teatri e cinema è stato pari a zero. Il mondo dello spettacolo e quello dello sport hanno accettato, con grande senso di responsabilità, il sacrificio economico del taglio delle presenze e degli accessi, ma in cambio hanno ricevuto quella che sembra una punizione indiscriminata e discriminatoria”.
L’impatto economico può essere pesante: “Non ha tenuto in nessun conto neppure l'altissimo valore sociale che il mondo dello spettacolo e dello sport ha in sé, calando la mannaia della chiusura totale senza una valutazione approfondita delle conseguenze che questa comporterà non solo dal punto di vista economico a breve termine, ma anche gli effetti sul lungo termine sulla nostra società e sulle eccellenze della nostra cultura e dello sport che significa anche salute, del corpo e della mente" conclude la Latini.